Uncategorized

Cosa significa “ambiente”?

Applicare il modello “biocognitivo” allo studio dell’autismo significa voler superare, con forza, il limite attuale della neuropediatria : quello di continuare a focalizzare la propria attenzione sugli aspetti deficitari del quadro sindromico. Inoltre, molti medici si ostinano a non voler considerare che, la scala adeguata per la comprensione delle funzioni neurali è quella dell’essere vivente situato nel proprio ambiente.

Ma cosa significa ambiente?

Anche se in maniera ancora superficiale (approfondiremo l’argomento quando tratteremo le memorie), quando il blog ha trattato la plasticità neuronale, abbiamo compreso quanto il cervello infantile si presenti plastico e modificabile...

Leggi tutto
Uncategorized

MESE: OTTOBRE 2016 L’autismo visto in una prospettiva futura (speriamo non troppo futura)

Le neuroscienze attuali hanno fornito, ai tecnici ed all’opinione pubblica, un immenso patrimonio informativo sulle funzioni cerebrali e “mentali”, e sul nuovo concetto di Organizzazione Neurologica. Di tutto questo, non possono che beneficiarne alcune branche della medicina (nel caso specifico neuropediatria). Allo stesso tempo, è emersa la consapevolezza che noi non siamo il nostro cervello, piuttosto, il cervello è una parte di ciò che l’animale o l’uomo è.

La stessa cognizione non è qualcosa che i cervelli ottengono da soli.Tutte le mie conoscenze (poche o tante) hanno richiesto l’operazione congiunta del mio cervello , del mio corpo, del mio mondo. Dunque, i cervelli non possono avere una mente, saranno gli animali e gli uomini ad esprimerla...

Leggi tutto
Uncategorized

Perchè quel bambino autistico è più rapido della media nel “rubare” la mozzarella.

Le neuroscienze, allo stato, hanno appurato che l’atto cognitivo (percezione cosciente) coinvolge una comunicazione a lunga distanza, con un massiccio scambio di segnali reciproci, anche se, ancora non si è compreso come esattamente milioni di scariche neuronali, distribuite attraverso il tempo e lo spazio, modifichino una rappresentazione cognitiva. Non vi è alcun dubbio sul fatto che, uno stimolo sensoriale diviene cognitivo allorchè riesce a far scattare una valanga autoamplificante di attività neurali che finisce per attivare varie regioni che risultano collegate fra loro (informazione/integrazione)...

Leggi tutto
Uncategorized

Di quale cognitivo vogliamo parlare?

Quello che vorrei ribadire attraverso il blog è che, non ho nulla in contrario nel ritenere che, un soggetto con autismo possa manifestare disfunzioni cognitive, ovvero anomalie della consapevolezza e, dunque, nella manipolazione del mondo. Allo stesso tempo, va chiarito che non è più ammissibile che, i tecnici i quali “appiccicano” l’etichetta di deficit cognitivo ai soggetti con autismo, continuino a trattare il cognitivo fuori dai confini delle neuroscienze. Quando mostriamo ad altri la nostra presunzione di “trattare” il cognitivo, dobbiamo avere le idee meno confuse e offrire maggiori informazioni. Di cosa ci stiamo dunque occupando : della vigilanza, dell’attenzione o del percetto?.

Anche se basta gettare lo sguardo su di un oggetto per diventare, all’istante, consapev...

Leggi tutto
Uncategorized

Le convinzioni sono dure a morire, anche quelle scientifiche

L’uomo si è autoconvinto di essere l’animale più cognitivo del pianeta, eppure non ha acquisito grande consapevolezza del lungo processo di formazione della sua cognizione. Il cervello umano non è, alla nascita, una tabula rasa, infatti, già nella vita prenatale si realizza un intenso processo di Organizzazione neurologica o di “apprendimento”, grazie, sia ai primi stimoli sensoriali che giungono al feto, che ai suoi movimenti. Inoltre, sin dalle prime fasi, quel sistema nervoso sarà “bombardato” da stimoli provenienti “dall’interno”; l’interocezione condizionerà il futuro sviluppo della mente...

Leggi tutto
Uncategorized

Mio figlio vede tutti i dettagli.

Quando pronunciamo la parola “palla” ad un bambino di poco più di 18 mesi, questa non sta per un particolare tipo di oggetto, in quanto la parola non è l’oggetto.Nessuno può scambiare la parola per l’oggetto da gioco più desiderato dei maschi. Dunque, nel cervello deve esserci uno stretto collegamento tra circuiti con funzioni originariamente differenti (fonologiche, visive, etc). L’organizzazione neurologica è quel processo che studia in che modo si generano le connessioni (neurostato) e, dunque, il nostro modo di conoscere e manipolare la palla, ovvero il mondo (psicostato).Di tutti i sistemi sensoriali quello meglio conosciuto dalla comunità scientifica, è il sistema visivo...

Leggi tutto
Uncategorized

Nell’autismo è compromessa la percezione o la cognizione?

Poche condizioni mediche hanno subito, da parte della medicina, lo stesso “maltrattamento” riservato all’autismo. Per ricordare qualche “torto scientifico” perpetrato nei confronti dell’autismo si può citare l’errore diagnostico iniziale, quando per più di quarant’anni, la medicina ha attribuito la genesi dell’autismo all’anaffettività materna nei confronti del proprio figliolo. Un altro “torto”, altrettanto importante, è stato quello di considerare, ai nostri giorni, l’autismo quale condizione geneticamente determinata e, dunque,  malattia ereditaria...

Leggi tutto
Uncategorized

La “socialità” va a braccetto con la “immunità”

Negli ultimi articoli del blog sto cercando di rendere, tutte le conoscenze forniteci dalle moderne neuroscienze sulla neuroplasticità, comprensibili a coloro che mi stanno seguendo in questo “viaggio”. Questo cammino è necessario, sia per ben comprendere come il sistema nervoso si “organizza”, ovvero apprende quelle abilità neurali di cui, nel corso della vita, se ne avvantaggerà il suo possessore, sia per stabilire eventuali programmi neuro-abilitativi e/o educativi. Alcune mie ricerche recenti mi spingono ad occuparmi, momentaneamente, di altro, consapevole che riprenderò, a breve, l’argomento neuroplasticità.

La relazione tra sistema immunitario, ovvero la rete di cellule che lavorano insieme per difendere il nostro corpo, ed il sistema nervoso ci appare sempre più stre...

Leggi tutto
Uncategorized

L’altro aspetto della neuroplasticità: il fantasma.

“Io dico ai miei studenti, quando andate ad un convegno scientifico, guardate in che direzione vanno tutti, così potete andare nella direzione opposta. Non sprecate il vostro tempo seguendo la massa” Ramachandran

Il nostro cervello obbedisce al principio “usalo o lo perderai” pertanto, quando si sviluppa una mappa neuronale, questa più sarà attiva e, dunque, specificherà quel particolare neurostato, più si evidenzierà quel particolare comportamento o psicostato. La plasticità si presenta competitiva ovvero, più le mappe neuronali si attivano più si espandono a discapito di quelle meno utilizzate...

Leggi tutto
Uncategorized

Quando iniziare le terapie abilitative per l’autismo

Leggi tutto