Nel corso dell’evoluzione, di fronte a certi “stimoli”, specie quelli potenzialmente utili o pericolosi per la sopravvivenza, gli organismi hanno acquisito i mezzi per reagire, collezionando risposte denominate “emozioni”.
Dunque, le emozioni possono presentarsi in due tipi di circostanze: quando l’organismo PERCEPISCE oggetti e/o situazioni attraverso i suoi dispositivi sensoriali oppure, quando RICORDA (ripercezione o ricategorizzazione) oggetti e/o situazioni.
Quello che succede tipicamente in un’emozione è che alcune aree cerebrali inviano informazioni ad altre regioni del sistema nervoso, oltre che al corpo intero. Le informazioni viaggiano lungo due vie, una è rappresentata dal flusso ematico (attività ormonale), mentre l’altra è la via neuronale (attività elettrochimica). La conseguenza di tale flusso di informazioni combinate (ormonale e neuronale) consiste in un mutamento globale dello “stato dell’organismo”. Gli organi che ricevono l’informazione modificano il loro stato per l’effetto dell’informazione sulla muscolatura, sia che si tratti della muscolatura liscia (vasi sanguigni, tratto gastro enterico), che di quella dei muscoli striati o scheletrici (mimica facciale). Allo stesso tempo, il sistema nervoso stesso riporta notevoli cambiamenti secondari alla liberazione di neuromodulatori corticali. Infatti, piccoli raggruppamenti di neuroni, situati nel tronco cerebrale, con la loro attività, vanno a modulare ampie aree della corteccia cerebrale, condizionando l’attenzione ed i comportamenti. In parole povere, possiamo affermare che, sia il cervello che il corpo risultano essere ampiamente ed intimamente influenzati dall’insieme dei segnali sensoriali, provenienti dall’ambiente e che, per varie vie anatomiche, vengono proiettati in ampie regioni del sistema nervoso, attraverso una moltitudine di “stazionamenti” o “sinapsi”, al fine di garantire la migliore risposta (comportamento) da parte dell’organismo.
A mio avviso, la “mente” di un soggetto con autismo è come la nostra, ovvero essa contiene immagini nelle varie modalità sensoriali e, tali immagini, fanno parte di insiemi di circuiti neuronali interconnessi. Come per la nostra mente, anche per la loro, questi insiemi di circuiti cambiano nel corso del tempo e nuovi insiemi di circuiti prendono il posto dei precedenti (apprendimento). E’ sul contenuto delle immagini del soggetto con autismo che andrebbe posta la questione. Ad esempio, egli, visivamente, potrebbe aver plasmato una circuiteria neuronale (neurostato) ove l’immagine del particolare possa avere il sopravvento su quella del generale (psicostato), per cui l’etichetta potrebbe emozionarlo più dell’oggetto. La questione non è quella di comprendere se un soggetto con autismo provi o meno emozioni. La questione è nello stabilire cosa in lui innesca una reazione emotiva e perchè?. A domani……
Concordo.
Tenterò di parlarne con i miei esperti
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