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L’importanza del sistema somato sensoriale per il cognitivo

Le neuroscienze attuali ci hanno fornito “la grande occasione” di comprendere le patologie mentali grazie alla neurologia, ovvero grazie allo studio dell’anatomia, della fisiologia e della semeiotica del Sistema Nervoso. Qualora si volesse cogliere questa grande occasione, la prima questione ad essere chiarita, dovrebbe essere quella di comprendere che non esiste, contrariamente a quanto insegnatoci, la percezione pura di un oggetto nell’ambito di un singolo canale o modalità sensoriale (es. visione). Per percepire un oggetto, qualunque modalità sensoriale sia interessata, l’organismo ha bisogno di segnali sensoriali specializzati, oltre che dei segnali che derivano dagli aggiustamenti del corpo, necessari per la realizzazione della percezione. Inoltre, è necessario osservare che, il fatto che si realizzano questi cambiamenti non è sufficiente a far si che si realizzi la conoscenza (il blog, con coerenza, continua ad utilizzare il termine conoscenza anche quando potrebbe usare il termine coscienza, al fine di evitare speculazioni non biologiche). Esserne a conoscenza dei cambiamenti (psicostato) richiede la genesi di ulteriori integrazioni tra mappe neuronali (neurostati), ovvero tra mappe rappresentanti la relazione tra “oggetto” ed “organismo”. Solo in questo caso ci è dato scoprire che tutti i cambiamenti relativi descritti si stanno verificando nel nostro organismo, indotti dall’oggetto percepito. Dunque, una “conoscenza piena” richiede la rappresentazione neuronale dell’oggetto e del proprio corpo oltre che, la rappresentazione neuronale delle modifiche somato-sensoriali apportate dall’oggetto percepito. Una “conoscenza piena” è, dunque, un’integrazione di tante conoscenze, comparse in epoche differenti del processo evolutivo così come, comparse in epoche differenti dello sviluppo ontogenetico. Una “conoscenza piena” richiede un’integrazione tra la conoscenza emotiva e quella, didatticamente definita, cognitiva. Per il blog una “conoscenza piena” è una conoscenza biocognitiva.

Con il termine “sistema somato-sensoriale” le neuroscienze attuali vogliono indicare qualcosa che va ben oltre l’idea del tatto e/o delle articolazioni e muscoli. Il sistema somato-sensoriale, didatticamente, può essere distinto in tre settori: il settore viscerale e del milieu interno (omeostasi), il settore vestibolare e il muscolo scheletrico, ed il settore del tatto fine. Tali settori o submoduli possono operare in stretta cooperazione o in relativa indipendenza. Il settore del viscerale e del milieu interno ha il compito di rilevare i cambiamenti dell’ambiente chimico delle cellule in tutto il corpo pertanto, viene anche definito con il termine “interocezione”.

Il blog, sin dal primo articolo, si è posto fuori dagli schemi, rifiutando le concezioni cognitiviste secondo le quali l’uomo è un essere cognitivo, pertanto esprime la sua cognitività nella capacità di trovare  soluzione ai problemi o per poterli riferire. L’uomo, secondo l’approccio biocognitivo, ha un sistema nervoso capace di ricevere una quantità di dati considerevole, in modalità e sistemi sensoriali differenti e, successivamente, per la capacità di poter manipolare tali dati nella soluzione dei problemi o per poterli riferire.

1 commento a L’importanza del sistema somato sensoriale per il cognitivo

  • GFM

    Garzie per queste perle di sapere.

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