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Perchè mio figlio lancia gli oggetti sulle pareti?

I nostri progenitori, che vivevano come cacciatori/raccoglitori, dovevano camminare, mangiare e, contemporaneamente, esplorare il terreno dove si muovevano, ovvero dovevano compiere una serie di azioni in un ambiente popolato da oggetti e da altri esseri in movimento (spazio). Basterebbe riflettere sulla nostra storia evolutiva per comprendere come percezione, attenzione, cognizione ed azione siano strettamente interrelate e che siano gli scopi dell’ azione ad influenzare il tutto...

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Fammi vedere come impugni il cucchiaio.

La finalità del Sistema Nervoso è quella di garantire, al suo possessore, il comportamento più adattivo. In un mondo in continuo mutamento l’azione (comportamento), inevitabilmente, viene ad essere selezionata dall’informazione sensoriale. L’essere umano, come scritto in diversi articoli del blog, si caratterizza per il possedere un sistema nervoso ove l’integrazione tra le differenti informazioni sensoriali è massima. In effetti, già la vista, l’udito, il tatto, nella loro specificità rappresentano l’integrazione di una moltitudine di aree corticali, riceventi informazioni dallo stesso organo sensoriale periferico, ma abilitate a trasdurre segnali molto differenziati...

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Aprassia

L’approccio psicologico (concentrarsi sulle conseguenze come se fossero le cause del problema) all’autismo potrebbe essere alla sua fine, ma ci sarà un momento in cui tutte le scoperte sulla biologia del cervello verranno recuperate anche per questa drammatica condizione medica ? Sin da Kanner (1943), la neurologia prima e le neuroscienze in genere dopo, non sono state di certo protagoniste. Quello che potrebbe cambiare le cose dovrebbe essere un filone di studi, in parte avviatosi già negli anni passati, ma che è rimasto molto mortificato, ove la priorità viene rappresentata dal tentativo di comprendere la fisiopatologia dei sintomi più che dall’etichettare i bambini...

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Gli “scarti” del cervello

Quando nel 1992 iniziai ad occuparmi di autismo in età evolutiva, a tutti i bambini con il quadro sindromico, all’epoca, veniva prescritta come terapia l’holding. Qualche anno dopo, tale trattamento non trovava alcuna indicazione, infatti, a tutti i bambini con autismo veniva consigliato il metodo Portage. Alla fine degli anni novanta una nuova proposta terapeutica (metodo T.E.A.C.C.H.) fu prescritta a tutti i soggetti con autismo in età evolutiva. Allo stato, il 99% dei bambini autistici (dai 2 anni fino all’età adolescenziale) pratica una tecnica cognitivo/comportamentale denominata A.B.A. Da allora ho,inevitabilmente, provato una strana sensazione :”se tutti accettano come vera quella teoria allora, forse, avrei fatto bene a fare altrettanto”...

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Liberarsi dai fantasmi

Negli ultimissimi articoli ho peccato di pessimismo ( ho sostenuto che attualmente la situazione “autismo” è più caotica del passato). Questo non va bene quasi mai, in special modo per la problematica che il blog tratta. Sono fermamente convinto che nella vita sia sempre meglio smettere di pensare a quello che non va e concentrarsi con forze, energie e pensieri, su quello che potrebbe andare meglio. D’altronde, un atteggiamento positivo, qualora venisse adottato dai vari professionisti del settore, potrebbe rappresentare uno stimolo anche per gli esperti, ovvero per quei familiari che QUOTIDIANAMENTE fanno esperienza del problema...

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I negatori della biologia

Dagli inizi degli anni novanta del secolo scorso, come scritto in articoli precedenti, la comunità scientifica mondiale, all’unanimità, ha affermato l’origine biologica dell’autismo. I disordini dello sviluppo (termine utilizzato dal DSM del tempo per diagnosticare i quadri clinici di autismo), pur senza il coraggio di precisare “dello sviluppo neurologico”, per gli accademici di tutto il pianeta, andavano inquadrati quali consequenziali a cause organiche capaci di alterare il normale sviluppo del S.N.C. e, dunque, modificare l’apprendimento delle abilità neuronali (linguaggio, prassie, attenzione, relazione, ecc.)...

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Quanto caos…. tracciamo una via d’uscita

La storia della “cecità mentale”, vista nell’ultimo articolo, rappresenta una chiara testimonianza di come l’autismo, non solo da un punto di vista diagnostico, ma anche da un punto di vista dell’interpretazione patogenetica, nel corso di tutta la sua storia, anche recente, sia stato affrontato con metodi molto approssimativi. Un esempio di quanto affermato è rappresentato dal fatto che, diversamente da quanto avviene nel formulare una diagnosi di epilessia e/o di morbo di Parkinson, i criteri diagnostici per l’autismo sono cambiati a ogni nuova edizione del DSM...

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La bufala della falsa credenza

L’uomo si è ritenuto bravo, se non il migliore tra le differenti specie viventi, nel capire quello che gli altri stanno pensando, un talento noto, nei tempi moderni, come “teoria della mente”. Qualche decennio fa (anni novanta), la scuola anglosassone mise a punto il test di Sally e Anne, al fine di misurare la capacità dei cuccioli d’uomo di inferire che un’altra persona ha una falsa credenza su qualcosa. Nel test, al bambino viene mostrata una scena che coinvolge due bambole, Sally ed Anne. La prima ha una cesta, la seconda una scatola. Sally mette una biglia nella sua cesta ed esce di scena. In sua assenza, Anne toglie la biglia dalla cesta per metterla nella sua scatola. Al ritorno di Sally, al bambino, che osserva dall’inizio la scena, viene CHIESTO dove Sally cercherà la biglia...

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