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Il contatto è necessario per lo sviluppo. PARTE TERZA

Le neuroscienze attuali hanno dimostrato, con i loro studi, come la carenza di stimoli sensoriali durante lo sviluppo, possa compromettere, non solo l’organizzazione neurologica nelle aree connesse alla periferia sensoriale, ma l’intero processo di apprendimento, causando modifiche delle abilità, oppure anomalie del comportamento. Allo stesso tempo, si è potuto capire che, una stimolazione supplementare può agevolare e facilitare il processo di Organizzazione Neurologica.

Inoltre, le moderne neuroscienze hanno fatto una scoperta che dovrebbe avere conseguenze pratiche, e condurre “fuori dagli schemi”, non solo la neuroriabilitazione, ma anche la pedagogia (neurodidattica), oltre che l’educazione: gli stimoli di una certa classe sensoriale, come il tatto, determinano un’ organizzazione n...

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Il contatto è necessario per lo sviluppo. PARTE SECONDA

Nell’articolo precedente abbiamo visto che, anche se siamo soliti pensare al nostro tatto in termini di sensazione tattile, in realtà ne esistono quattro forme distinte. Ognuna di queste modalità sensoriali dipende da un insieme distinto di recettori e circuiti cerebrali che formano il sistema del tatto, o somatosensoriale.

Abbiamo anche visto come, nei mammiferi, il codice genetico contiene informazioni appena sufficienti per realizzare una mappatura approssimativa tra la pelle, le articolazioni e i muscoli del corpo con le aree somatosensoriali del cervello, mentre il resto dello sviluppo neurologico dipenderà dalle stimolazioni sensoriali tattili...

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Il contatto è necessario per lo sviluppo. Parte Prima

Luigi è un bellissimo bambino di ventiquattro mesi. Anche se ancora non dice parole, ha notevoli capacità motorie. Questo lo porta ad occupare sovente “spazi sbagliati”. Proprio ieri, in un attimo di disattenzione da parte dei familiari, utilizzando una sedia, si è seduto abilmente nel lavabo di casa, per giocare con l’acqua del rubinetto, allertando tutti i presenti. Inoltre, i genitori hanno osservato che mostra “la paura di essere toccato”, pertanto, non gradisce la presenza di altri, specie estranei, nel “suo spazio”.

Matteo ha tredici anni. La sua salute è stata ottima, tranne frequenti faringiti, fino all’età di sei anni, epoca in cui ha iniziato a manifestare tic motori...

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Il ballo: quando due corpi diventano uno

Sono trascorsi otto giorni dall’incontro con la professoressa Tina Iachini presso il Grand Hotel Flora in Sorrento. Il ricordo dell’incontro con la neuroscienziata, come anche quello della presentazione delle tesi da parte delle dottoresse che hanno completato il corso di studio sulla Metodologia Delacato è, tuttora, vivo e forte. Per questo motivo voglio ritornare sul concetto di spazio emotivo e sociale, oltre che sul suo sviluppo ontogenetico (visto che il blog si occupa di patologie del neurosviluppo).

Poche cose possono affascinare come quella di guardare due individui che danzano, a volte stretti in un abbraccio, a volte allontanandosi l’uno dall’altro, a secondo dei passi del ballo che eseguono.

Le neuroscienze negli ultimi anni, come le ricerche della professoressa Iachini, si sta...

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Importanza della genetica e dell’epigenetica nell’autismo

Nell’ultimo articolo abbiamo visto come il nostro cervello, alla nascita, non è affatto una tabula rasa. Infatti, i bambini appena nati ricercano quelle stimolazioni sensoriali più adatte a stimolare un corretto sviluppo cerebrale nelle prime fasi della crescita, inoltre, il mantenimento dell’omeostasi rappresenta un elemento regolatore dello sviluppo. Di certo, per moltissime specie di animali, uomo compreso, il mantenimento dell’omeostasi richiede la messa in atto di azioni precise e, talvolta, complesse (neurostati complessi). Infatti, in natura il cibo non è sempre disponibile, non sempre si dispone di una sorgente di acqua fresca nelle vicinanze, i partner sessuali non sempre fanno la fila in attesa di essere scelti per l’accoppiamento, ecc...

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Non siamo nati come lavagne vuote che aspettano che qualcuno ci scriva sopra

Un aspetto emerso dall’incontro con la professoressa Iachini e che rappresenta , sin dai primi articoli, anche l’orientamento del blog, è quello di considerare il cervello dell’ uomo moderno plasmato dal processo evolutivo, oltre che, il considerare che gli uomini, per il 97% della loro storia hanno vissuto in condizioni ambientali totalmente diverse da quelle attuali. Eppure, il processo di apprendimento è regolato dal processo di Organizzazione Neurologica che (grazie alla moltiplicazione neuronale, alla migrazione dei neuroni, alla formazione ed alla selezione dei circuiti e delle sinapsi neuronali, oltre che alla selezione dei neurotrasmettitori), dall’inizio dello sviluppo intrauterino e per tutta la vita, regola l’acquisizione delle nostre abilità, ovvero il nostro comportamento.

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Intervista alla Professoressa Tina Iachini

Questa mattina, presso il Grand Hotel Flora in Sorrento, la professoressa Tina Iachini ha partecipato ad un evento scientifico organizzato dal Centro Studi Delacato ed ha concesso l’intervista riportata dal blog “Autismo fuori dagli schemi”.

Tina Iachini è professore di scienze cognitive presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Napoli, dirige il laboratorio of Cognitive Science e Immersive Virtual Reality. Da vari decenni effettua studi al fine di comprendere come l’essere umano acquisisca il “concetto di spazio”.

Professoressa Iachini quale significato possiamo dare, in questo preciso momento, al concetto di funzioni cognitive?

IN QUESTO MOMENTO LE FUNZIONI COGNITIVE SONO VISTE COME STRUMENTI ADATTIVI CHE CI SERVONO PER INTERAGIRE EFFICACEMENTE CON L ‘AMBIENTE...

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Da una visione a due dimensioni ad un’ esperienza tridimensionale

Le nostre conoscenze del mondo sono precedute da una catena di eventi biologici, della maggior parte dei quali non siamo minimamente consapevoli. Ad esempio, la luce proveniente dalla finestra illumina la poltrona posta innanzi ai miei occhi e ne viene in parte riflessa. Alcuni dei raggi luminosi riflessi vanno a colpire la retina, situata sul fondo dell’occhio. Quest’informazione viene trasdotta in energia elettrica che viene trasmessa attraverso varie strutture anatomiche fino alle cortecce cerebrali visive. A tale livello l’attività elettrochimica o nervosa diventa l’esperienza soggettiva del vedere la mia poltrona, ovvero quell’esperienza che rappresenta l’anello finale del processo...

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Le immagini mentali: capacità di simulare la realtà

Le informazioni sensoriali che dall’ambiente, attraverso i recettori sensoriali prima e le vie nervose successivamente, raggiungono il S.N.C., oltre alle performance motorie compiute dall’animale in oggetto, consentono di acquisire le abilità (apprendimento). Nell’ultimo articolo pubblicato abbiamo visto come, grazie a tale processo, specificamente organizzato, l’uomo acquisisce le sue abilità (psicostati), tra cui la capacità di stabilire distanze, dimensioni degli oggetti, posizione di questi nello spazio, oltre che la relazione spaziale tra gli oggetti. Appare ovvio che, essendo la conoscenza dell’ambiente fondata sulla sensorialità, ogni specie appaia interessata ad aspetti specifici della realtà...

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