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E’ vero che mio figlio a cinque anni si masturba?

Prima di lasciare, provvisoriamente, le problematiche cliniche secondarie ad una disfunzione dei circuiti tatto-motori, per dedicare spazio ad altri sintomi dell’universo “autismo”, sento il dovere di soffermarmi su alcuni atteggiamenti ERRONEAMENTE definiti “masturbazione”.

Talvolta, nello svolgimento del mio lavoro di clinico, mi è capitato di osservare bambini e/o bambine con autismo, in seconda infanzia (3 a 6 anni), trascorrere, se non bloccati, del tempo a strofinare i propri genitali sul pavimento o su oggetti, per lo più sedie o poltrone, motivo per il quale era stato detto ai genitori che i loro figli si masturbavano, ovvero che quell’atteggiamento aveva  “carattere sessuale”. Posso dire che, fin da quando ho iniziato ad interessarmi di bambini con autismo (1992), sono sempre rimasto sorpreso di fronte all’ingenuità scientifica di quei tecnici che definivano “masturbazione” gli atti motori compiuti da bambini e/o bambine di pochi anni di vita, senza il minimo sforzo di leggere in chiave neurobiologica tali comportamenti.

Gli avvenimenti salienti della sessualità si svolgono all’interno dell’ipotalamo.

In effetti, nel nostro corpo gli ormoni sessuali sono prodotti dalle ghiandole genitali o gonadi (ovaie e testicoli) e liberati nella circolazione sanguigna. Questi ormoni sessuali (androgeni o testicolari-surrenali e steroidi o ovarici), che circolano liberamente nel corpo, agiscono su alcuni circuiti neuronali, ovvero lì dove si trovano cellule nervose con recettori specifici. Tali ormoni, sia di origine fetale che materna, già nel corso della vita intrauterina svolgono un ruolo determinante nella costruzione dei circuiti cerebrali da cui dipenderanno alcuni comportamenti (neurostati e psicostati). La loro concentrazione nel sangue dipende dalla concentrazione delle gonadotropine ipofisarie (LH e FSH). La quantità di ormoni ipofisari presenti in circolo dipenderà dalla quantità di ormone rilasciante gonadotropina prodotta dall’ipotalamo. A sua volta, l’attività dell’ipotalamo viene ad essere regolata dagli ormoni sessuali presenti in circolo (feed-back).

Quello che è interessante per la nostra questione (può masturbarsi un bambino di 5 anni?) è che l’ormone ipotalamico viene secreto periodicamente dall’ipotalamo: una certa quantità ogni novanta minuti. Durante l’infanzia, fino ai 12-14 anni, questi spruzzi sono deboli, pertanto, nel sangue gli ormoni sessuali sono presenti solo in tracce.

Se il sesso smette di dormire è perchè, in ETA’ PUBERALE, un ormone secreto dalle cellule adipose mette in moto un meccanismo a cascata con conseguente “organizzazione”(modellamento dei circuiti neuronali) del nucleo antero-dorsale dell’ipotalamo che diviene capace di integrare informazioni provenienti dai cinque sensi, attivando così la fase precopulatoria. A sua volta, il nucleo antero-dorsale, attraverso neuroni dopaminergici, agirà in stretto rapporto con le aree che controllano la motricità, e in particolare le posture sessuali.

Rifacendoci alla biologia (l’invito del blog è quello di uscire dagli schemi del comportamentismo per tentare di interpretare ogni segno e sintomo in chiave biologica), gli atteggiamenti di “strofinamento dei genitali”, vista l’età dei soggetti, non possono avere un significato sessuale e, pertanto, non vanno assolutamente etichettati come “masturbazione”.

Quello che i neurologi sanno è che, in tutte le aree ove si passa dallo strato corneo (strato più esterno della cute) alle mucose (orifizi) si trovano una maggiore concentrazione di recettori tattili, che aumentano la sensibilità discriminatoria tattile di quell’area. Quel comportamento motorio, erroneamente definito masturbatorio, è l’atteggiamento più adattivo (tentativo di conoscere) messo in atto da quell’individuo, in seguito al disordine dello sviluppo neurologico riportato ed alle consequenziali disfunzioni tatto-motorie. Solo una precisa, seria e scientifica interpretazione dell’atteggiamento, potrà suggerire al neuroriabilitatore quale strategia terapeutica adottare al fine di rendere non adattivo il sintomo manifesto e, dunque, farlo scomparire.

 

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