Uncategorized

Il topo mutato, il master Delacato, la rana sorda

Nell’ultimo articolo si è accennato ad uno studio di laboratorio condotto su topi geneticamente modificati che, in merito a tale modifica determinante un’alterazione della microglia, assumevano atteggiamenti comportamentali simil-autismo. Sento il dovere di chiarire che, “geneticamente modificato” non significa assolutamente che gli autismi abbiano una genesi “ereditaria”. Tutt’altro.

“Geneticamente modificato” significa che, grazie all’ingegneria genetica, i ricercatori possono essere agevolati in ciò che vogliono studiare.

La clinica, come la vita reale, è altra cosa.

Basti pensare che, nelle primissime fasi dello sviluppo, qualora sottraessimo un adipocita (cellula del tessuto adiposo) dalla sua sede naturale per inpiantarla in un fegato, immediatamante la cellula adiposa si trasformerebbe in epatocita (significa che leggerebbe parti di DNA differenti, specializzandosi in funzioni differenti). SUPREMAZIA DEL CONTESTO, assolutamente no.

In effetti, la vecchia diatriba tra genetico ed ambientale è fuorviante, se non dannosa, qualora si volesse progredire nelle conoscenze.

 

In data odierna ha avuto inizio il Master Biennale sulla Metodologia Delacato per la “cura” dei soggetti con quadri clinici di disordine dello sviluppo neurologico in età evolutiva.

L’obiettivo che il master si  propone resta quello di contribuire a migliorare, non il curriculum accademico, bensì le competenze, ovvero la formazione di chi, in equipe, lavorerà con i pazienti e le loro famiglie.

La diagnosi di autismo, allo stato, resta una diagnosi basata sull’osservazione clinica. Pertanto, la maggiore competenza non può non essere che quella di saper dare un significato scientifico a quanto osservato.

Siccome, per le neuroscienze attuali, l’attività cerebrale sta alla base sia di comportamenti semplici (camminare, respirare) che di manifestazioni “affettivo-relazionali” e “cognitive”, ne consegue che i disturbi cognitivi ed affettivi devono essere il prodotto di disfunzion i cerebrali (Kandel). Per tale motivo, chiunque volesse prendersi “cura” di un bambino con autismo deve possedere conoscenze approfondite in anatomia e fisiologia del sistema nervoso.

Delacato, da dottore in scienza dell’educazione e della formazione quale era, diede notevole importanza all’osservazione clinica. Pur tuttavia compì una vera rivoluzione nell’universo autismo : “invertì il modello su cui veniva basata l’osservazione del bambino con autismo, dalla prima alla terza persona”.

Immaginate di voler “valutare” alcune abilità di una rana, pertanto, le chiediamo di fare un salto e lo misuriamo in un metro. Quindi taglieremo una zampa alla rana e le chiederemo di saltare. Siccome salterà per 75 centimetri dedurremo che senza una zampa la performance motoria si sarà ridotta di un terzo. Poi taglieremo un’altra zampa ed il salto si ridurrà di altri 25 centimetri, per cui diremo che, la rana, con due sole zampe potrà saltare solo mezzo metro. Continuiamo a tagliare una terza zampa e, siccome ora si sarà spostata solo per un quarto di metro diremo che senza tre zampe non potrà saltare più di venticinque centimetri. Allora taglieremo la quarta zampa, le chiederemo di saltare e, qualora non lo facesse, diremo che senza le quattro zampe la rana è diventata sorda.

Apparentemente questa storiella sembra buffa e poco attinente alla nostra questione, eppure posso testimoniare che, nei miei venticinque anni trascorsi a studiare l’autismo, ho incontrato tantissimi bambini che, di fronte ai loro atteggiamenti (chiamato non si girava, il primo a sentire un telefono che squillava, il primo a sentire un passo sul pianerottolo, il primo a sentire un rumore per lui in teressante, ecc.), veniva fatta richiesta di un esame audiometrico (ovviamente nella norma) e di nessun test neurodiagnostico. Quei piccoli non erano sordi, lo erano i loro pediatri che non sapevano dare “un senso” a quanto osservato.

Una scienza basata sull’osservazione è una scienza con grossi limiti.

Solo attraverso lo studio dell’anatomia e della fisiologia del Sistema Nervoso si possono superare tali limiti.

Lascia un commento

Commento
Nome*
Email*
Sito web*