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“Questi fantasmi”, biologia del significato.

Nella giornata di ieri, domenica 28 maggio, ho raccolto la delusione, la rabbia, forse la sofferenza per la disinformazione, di un genitore di un soggetto con autismo di fronte alla pubblicazione prodotta da un altro genitore di persona con autismo, secondo il quale il dramma dell’autismo è che non si è mai vista una soluzione che possa essere un modello replicabile. Inoltre, scriveva che, i soggetti con autismo sono destinati dalla nascita a essere dei fantasmi.

Per il blog il punto controverso è la natura della questione.

In effetti ci troviamo di fronte a due quesiti...

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Nell’autismo le terapie sensori-motorie devono iniziare precocemente

Una ricerca canadese dell’Autism Research Centre svolta su 300 famiglie mostra come, i genitori dei bimbi per i quali poi a tre anni veniva formulata la diagnosi di autismo, già a 12 mesi di vita, presentavano maggiori preoccupazioni rispetto ad altri genitori, sempre di bambini a rischio, che in seguito non sviluppano il disturbo autistico. Questo studio mette in luce quanto possa essere importante ascoltare i genitori e prendere in più seria considerazione le loro preoccupazioni.

Quando nel 1992, conobbi la famiglia Delacato ed iniziai a collaborare con loro, gran parte delle famiglie, che chiedeva di iniziare a trattare i loro figli affetti da autismo con la Metodologia Delacato, aveva bambini con età compresa tra i 6 ed i 12 anni...

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Per i bambini con autismo le “cure a tavolino” non vanno bene

Uno dei maggiori limiti, da parte della neuropsichiatria infantile, verso la comprensione delle patologie del neurosviluppo, è stato quello di parlare del comportamento dei bambini come se il fattore età avesse una scarsa rilevanza. In effetti, come per offrire ad un cervello in età evolutiva tutte le opportunità di sviluppo è necessario conoscere COME e QUANDO si organizza, e quali sono i passi salienti delle sue trasformazioni, così, quando ci occupiamo di anomalie comportamentali in età evolutiva, è necessario conoscere precisamente QUANDO i genitori hanno rilevato le prime manifestazioni cliniche, al fine di comprendere DOVE e COME quel Sistema Nervoso ha manifestato una disorganizzazione...

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Il ruolo dei “giardinieri del cervello” nell’autismo

Nella nostra tradizione siamo abituati a credere che il cervello lavori a compartimenti stagni, con aree specifiche per le sensazioni più grezze (luce, buio, liscio, ruvido,caldo,freddo,ecc.), altre per le percezioni, altre per il pensiero astratto ed altre specifiche per i movimenti. Ma si tratta di una grossolana semplificazione. In effetti, le funzioni cerebrali sono molto più complesse ed interconnesse. Inoltre, dagli studi recentissimi delle neuroscienze appare sempre più evidente il legame tra attività sensori-motoria e cognitività (biocognitivismo). Tutto ciò che udiamo, vediamo, tocchiamo, odoriamo, gustiamo (tutte abilità che richiedono movimento) non attiva solo le corteccie cerebrali sensoriali ma tutto il cervello...

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Autismo: “Una luce oltre il tunnel”

Nel 1870 nacque nelle Marche (Chiaravalle) Maria Montessori, medico (una delle primissime donne nel nostro paese), psichiatra e, soprattutto, educatrice. L’ostilità da parte dei colleghi verso un medico donna e, in particolar modo, lo spirito di servizio verso i deboli (bambini cerebrolesi) la condussero a vivere intimamente con “i ritardati”. Questo le permise di osservare come le esperienze dirette fossero capaci di “formare” la mente del bambino (erano anni in cui si conosceva pochissimo sulla biologia del sistema nervoso). Per la Montessori, già un secolo fa, era ovvio che il cervello avesse bisogno di fare esperienze tattili e motorie affinchè si sviluppassero le aree del linguaggio e del pensiero astratto.

Potremmo dire che, un secolo fa, la “mente infantile” appariva già CONCRETA...

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Autismo: “verso un nuovo paradigma in didattica”

Nella bella città di Salerno, all’interno del Palazzo di città, nel Salone dei Marmi, si è svolto, ieri pomeriggio, un interessante convegno/incontro di aggiornamento su questioni di “neurodidattica”.

L’importanza dell’argomento non può, di certo, sottrarsi alle attenzioni del blog, ben consapevole che per i bambini con autismo il percorso scolastico, ed in particolar modo l’inizio della scuola, può essere traumatico. Infatti, sovente, la loro difficoltà a gestire la nuova situazione può tradursi in una intensa agitazione comportamentale.

Solo attraverso una migliore conoscenza del quadro sindromico da parte delle insegnanti e, soprattutto, grazie ad una forte alleanza con le famiglie si potrebbe ridurre il disagio, consentendo di preparare il bambino in anticipo ed instaurando, fin...

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“ADHD” bisogna rifare le diagnosi.

Mattia è un ragazzo di 11 anni e frequenta la prima media. Purtroppo, già dalle elementari, Mattia si è mostrato un bambino spesso isolato, triste, con pochi amici e senza molta sicurezza di sè. Sovente si è sentito ripetere le stesse osservazioni: “Mattia lavora male, perde le cose, è inaffidabile”. Per tale motivo, in classe si aspetta sempre di fare errori, di essere criticato, se non punito. Attualmente, le professoresse si lamentano con la famiglia perchè Mattia non ascolta, reagisce male ai brutti voti, fa male i compiti e sembra assente durante le lezioni. Se qualcuno lo sgrida si innervosisce o si arrabbia. Lui si difende sostenendo che non si rende conto delle conseguenze di quello che fa. E’ più forte di lui...

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Archeologia del biocognitivismo e della mente autistica

“Signore, il mondo ha guardato a questi problemi dal punto di vista psicologico. E’ un errore! Sono problemi neurologici; inoltre il comportamento del bambino ci dice dov’è il problema. Se riusciamo a sapere dov’è il problema, possiamo cominciare a curarlo”.

Dart aveva ascoltato attentamente, si alzò e guardò ancora, a lungo, dalla finestra nella valle. Poi si girò verso di me e disse quietamente:

“Carl, devi perfezionare la tua idea, fare attenti controlli e, quando sarai pronto, hai la responsabilità di dirlo al mondo”.           “ALLA SCOPERTA DEL BAMBINO AUTISTICO”   Carl H. Delacato

Non vi sono dubbi: l’ingrossamento evolutivo delle aree cerebrali ha stimolato lo sviluppo di capacità cognitive superiori, contribuendo a fare di noi ciò che siamo.

Chi per primo, negli anni...

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