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Autismo: la ricerca ci aiuta a capire.

Già a metà degli anni settanta del secolo scorso, la comunità scientifica mondiale cominciava ad interrogarsi sulla veridicità di una genesi dinamica alla base dell’autismo in età evolutiva, ritenendo tale ipotesi infondata. Pertanto, con l’avvento delle nuove tecnologie (dapprima T.A.C., poi R.M.N. e P.E.T.) si cominciavano a cercare i markers anatomici dell’autismo.

I limiti delle “vecchie macchine”, specie in termini di risoluzione spaziale, se da un lato servivano da alibi ad un gruppo di “baroni accademici conservatori”, dall’altro non scoraggiavano generazioni di giovani ricercatori, cultori delle moderne neuroscienze, che non si accontentavano di rilevare, in una moltitudine di soggetti autistici, referti neuroradiologici aspecifici, ma non privi di significato per quell’...

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L’Organizzazione Neurologica secondo Carl H. Delacato della dottoressa Teresa Rispoli

Scritto dalla dottoressa Teresa Rispoli educatrice iscritta al primo anno del Master sulla metodologia Delacato

Per molti anni ho lavorato come educatrice con bambini in difficoltà, principalmente bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, programmando e organizzando percorsi cognitivo- comportamentali trascurando l’aspetto più importante: L’ORGANIZZAZIONE NEUROLOGICA. Ho seguito un protocollo che sembrava adatto per questi bambini non considerando per niente l’importanza e il ruolo che l’aspetto neurologico svolge nelle disfunzioni piccole o grandi, dei bambini, e nelle loro sintomatologie comportamentali, intellettive, motorie o relazionali.

La vita di tutti i giorni è organizzata per stabilire un equilibrio tra noi e il mondo esterno e basta poco per distrugge...

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L’Organizzazione Neurologica

Quanto state leggendo è stato scritto dalla dottoressa Federica Cammilli neuropsicomotricista iscritta al primo anno del Master biennale sulla Metodologia Delacato anno 2017-2018.

Se prendiamo un dizionario, alla voce “organizzazione” leggiamo la seguente definizione: in biologia, la struttura anatomica e funzionale di un organismo. Se poi per “neurologico”, intendiamo tutto ciò che riguarda il sistema nervoso, sintetizzando questi due termini, possiamo dire che l’organizzazione neurologica è la struttura anatomica e funzionale del sistema nervoso.

Il sistema nervoso centrale inizia a funzionare in uno stadio precoce della vita embrionale; all’inizio somiglia ad un tubo cavo e mantiene questa forma di base anche a sviluppo ultimato...

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Il pianto : una finestra sul cervello.

Una delle sfide attuali più interessanti, nell’ambito delle scienze neuroriabilitative in età evolutiva, deve essere quella di sensibilizzare medici, genitori ed operatori del settore, alla giusta osservazione e valutazione del comportamento umano, sin dalle  prime fasi dello sviluppo (neonato); il tutto nei termini dello sviluppo biologico (organizzazione neurologica), anche ai fini dell’individuazione tempestiva di segnali di sviluppo atipico e, dunque, per la diagnosi precoce.

Negli ultimi decenni, differenti gruppi di neuroscienziati, stanno cercando di comprendere a cosa presta attenzione “il cucciolo d’uomo” fin dalla nascita ed a come organizza l’incessante mole di informazioni sensoriali che, dal mondo esterno e dal  mondo interno, arrivano al suo S.N.C.

Tale filone...

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Le neuroscienze possono “purificare” la nostra educazione

Nella storia della medicina, l’autismo infantile fu definito clinicamente, per la prima volta, dal neuropediatra Leo Kanner, nel 1943.

Invece, chi si occupò per primo di definirne l’eziologia (causa del quadro clinico) fu uno psicanalista, Bruno Bettelheim, secondo il quale, il fattore  che faceva precipitare il bambino nell’autismo era il desiderio dei suoi genitori che egli non esistesse. Bettelheim, che aveva fatto esperienza nei campi di concentramento, vede i bambini autistici simili a “fortezze vuote”, espressione, da lui utilizzata, per sottolineare una sopravvivenza, di questi bambini, in condizioni estreme.

Tale interpretazione riscosse notevoli consensi nella comunità scientifica e medica, in un’epoca in cui non vi era la possibbilità di studiare il comportamento uman...

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Siamo condannati ad imparare: la neuroplasticità (terza ed ultima parte)

Dagli inizi degli anni novanta dello scorso secolo la scienza ha indagato in maniera massiva sulla neuroplasticità nell’uomo.

Grazie, soprattutto, all’uso delle tecniche di imaging, quali la risonanza magnetica funzionale, la magnetoencefalografia e la stimolazione magnetica transcranica, si sono potute osservare le differenze anatomiche e funzionali tra esperti e non esperti.

Se il cervello umano si fosse rilevato plastico, come quello di altri primati (dato emerso dagli studi di Merzenich in California), allora le neuroimaging avrebbero fornito dati chiari: il cervello  degli esperti avrebbe differito notevolmente in quanto a volume, spessore e superficie, di regioni corticali, oltre che nel connettoma, rispetto a quello dei non esperti.

In effetti, oggi siamo nella piena conoscenz...

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