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Lo studio della barriera emato-encefalica ci aiuta a comprendere alcuni sintomi dell’autismo (rumore bianco)

Il Sistema Nervoso Umano è composto da circa 100 miliardi di cellule nervose o neuroni (sostanza grigia) e da cellule gliali (dal greco glia, colla) che circondano il corpo e gli assoni dei neuroni.

Una caratteristica importante dell’ORGANIZZAZIONE CEREBRALE è costituita dal fatto che cellule nervose con proprietà fondamentalmente simili, possono svolgere funzioni molto differenti in merito al tipo di connessioni  che stabiliscono tra di loro (connettoma), con i recettori sensoriali e con i muscoli.

Negli ultimi anni, le neuroscienze hanno studiato particolarmente le cellule gliali, che risultano essere da 10 a 50 volte più numerose delle cellule nervose.

Le cellule gliali rivestono numerose funzioni al “servizio” dei neuroni o sostanza grigia, alcune conosciute da tempo (funzione di nutrimento e sostegno, capacità di aumentare la velocità di conduzione dei segnali elettrici o nervosi, rimozione di frammenti cellulari formatisi in seguito a morte neuronale, ricaptazione dei neurotrasmettitori e riequilibrio delle cariche elettriche), altre di notevole interesse per le patologie del neurosviluppo (nel corso dello sviluppo, alcune classi di cellule gliali, guidano la migrazione dei neuroni DIRIGENDO la crescita degli assoni e, dunque, il CONNETTOMA), altre di recentissima scoperta (funzione immunitaria).

Un’altra importantissima funzione svolta da alcune cellule gliali è quella di indurre la formazione di giunzioni strette impermeabili fra le cellule endoteliali che tappezzano i capillari cerebrali (sede di scambi sangue-cellule degli organi), dando origine alla BARRIERA EMATO-ENCEFALICA.

La parete dei capillari cerebrali è costituita da cellule endoteliali, parzialmente sovrapposte, che stabiliscono numerosi contatti con espansioni degli astrociti (cellule gliali) che, nel loro insieme, rappresentano il sub-strato anatomico della barriera emato encefalica (B.E.E.).

La B.E.E. si forma nelle prime fasi dello sviluppo, quando le cellule endoteliali dei capillari cerebrali vanno a modificare specifiche proprietà rispetto a quelle presenti nei vasi che irrorano gli altri organi dell’organismo ( perdono la finestratura tra di loro divenendo resistenti al passaggio di sostanze, anche di ioni; perdono il meccanismo di endocitosi, sia fluida che mediata da recettori, che, in tutti gli altri organi, consente un elevato passaggio transcellulare).

Oggi sappiamo che, contrariamente a quanto potrebbe giustificare una “determinata ricerca scientifica” tutta concentrata nel determinare la genesi genetica dell’autismo, il corretto svolgimento delle funzioni cerebrali dipendono da diverse influenze ambientali in cui vivono i neuroni: la concentrazione extracellulare degli ioni, i neurotrasmettitori, i fattori di crescita dei neuroni e delle altre cellule.

E’per questo motivo che diventa necessario proteggere le cellule nervose, quanto più possibile, da eccessive variazioni di tali sostanze.

E’ questo il motivo per il quale lo studio e la conoscenza della B.E.E. rivestono fondamentale importanza per la comprensione della clinica e, soprattutto, della clinica del neurosviluppo atipico.

Da tempo sappiamo che, in diverse condizioni patologiche del sistema nervoso, quali ad esempio i tumori cerebrali, vi è un interessamento della B.E.E.(lo scambio di nutrienti tra sangue e area del cervello interessata diviene più rapido facilitando l’accrescimento del tumore).

Di recente, invece, le neuroscienze stanno riconsiderando (nell’ottica che corpo e cervello comunicano tra di loro in maniera intima e continuativa, pertanto, lo stato di salute del primo condiziona il “sentimento” che il secondo attribuisce alle “cose della vita”) che in alcuni settori del S.N.C. manca una barriera emato-encefalica. Pertanto, in tali aree, le cellule nervose possono ricevere segnali chimici dal sangue in maniera diretta.

Da tempo sapevamo che, sia sul pavimento del quarto ventricolo e, dunque, nel tronco cerebrale (area postrema), sia in vicinanza dei ventricoli laterali e, dunque, nella parte alta del sistema nervoso o telencefalo (organi circumventricolari, parte posteriore dell’ipofisi), non c’è barriera emato-encefalica.

Di recente si è scoperto che, anche i gangli delle radici dorsali non hanno una B.E.E..

Questa scoperta riscuote notevole fascino, infatti, i gangli delle radici dorsali raggruppano i corpi cellulari di neuroni i cui assono sono ampiamente distribuiti nei visceri, trasmettendo segnali corporei al cervello.

Come sappiamo, i gangli delle radici dorsali sono situati ai lati della colonna vertebrale, lungo la sua estensione, collegando la periferia del corpo con il midollo spinale.

Dunque, i gangli rappresentano una strada che trasmette segnali sensoriali, originati dagli arti e dal tronco, al sistema nervoso centrale, collegando le periferie con il centro.

Anche l’informazione relativa al volto viene trasmessa centralmente dai due gangli (destro e sinistro) trigeminali, situati nel tronco cerebrale, e sprovvisti di B.E.E..

Questa nuova conoscenza ci fa comprendere che i neuroni stessi, pur operando per trasmettere segnali sensoriali al sistema nervoso centrale, non lo fanno da soli, ma sono DIRETTAMENTE modulati da molecole ematiche.

Abbiamo un’ulteriore dimostrazione che il corpo, tramite molecole influenti che circolano nel sangue, ha voce in capitolo direttamente in quei PROCESSI che possiamo “etichettare” come: COMPORTAMENTO, APPRENDIMENTO, PERCEZIONI, MEMORIA, COGNIZIONE.

Il mio pensiero, nell’apprendere queste nuove conoscenze, va al mio maestro, CARL H. DELACATO.

Nel suo libro “ Alla scoperta del bambino autistico”, descrisse alcuni comportamenti anomali dell’autismo definendoli “rumore bianco”.

Le sue profonde capacità di saper osservare, le sue competenze in antropologia, psicologia ed anatomia del Sistema Nervoso, oltre all’abilità di essere un “paziente ascoltatore di storie umane”, ancora una volta gli avevano consentito di anticipare i tempi della conoscenza scientifica.

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