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Il comportamento-problema: come le neuroscienze ci aiutano a capirlo (parte quarta)

 

PARTE QUARTA: Cervello/corpo sono intimamente connessi da due vie.

Negli ultimi anni, le neuroscienze hanno superato i confini del cervello allargando i loro campi di studio.

Questo ci ha permesso di conoscere meglio la natura biologica del nostro essere (le nostre emozioni ed i nostri sentimenti). Inoltre, in molti casi, ci ha consentito di fornire ai pazienti proposte terapeutiche basate su aspetti ezio-patogenetici e non più sintomatici.

Nel precedente articolo ho più volte ribadito che, nel nostro cervello sono presenti circuiti neuronali, detti anche circuiti di sopravvivenza, che rilevano e rispondono a minacce, sia esterne che interne all’organismo, portate al benessere della PERSONA.

Ho anche accennato che, questi circuiti di sopravvivenza, attivandosi nelle situazioni in cui il benessere è potenzialmente messo a rischio, andranno a generare schemi di risposta stereotipati e relativamente semplici che comprendono la regolazione del metabolismo, i riflessi, l’apparato biologico che sta alla base di ciò che diventerà dolore, piacere, impulsi, motivazioni.

Intuitivamente non facciamo alcuna fatica a comprendere che quando la temperatura interna del nostro corpo sale, le cellule del nostro corpo non funzionano bene. Ma quando le nostre cellule soffrono, soffriamo anche noi. Abbiamo visto che i circuiti della sopravvivenza controllano i nostri bisogni.

Per svolgere alla perfezione questa funzione primaria, nel corso dell’evoluzione, cervello/corpo hanno dato “luogo” ad uno stato organismico globale (qualunque cosa accade nel corpo o nel cervello provoca una risposta unitaria).

Le informazioni che il corpo ed il cervello si scambiano ininterrottamente (anche nel sonno) viaggiano lungo due vie: il flusso sanguigno, la via neuronale.

Entrambe le vie, chimica e neuronale, si sono selezionate per garantire un cambiamento globale dello stato organismico (corpo/cervello), coerente con la sollecitazione del momento al fine di garantirsi la vita.

Già alla fine del XIX secolo era stato notato (Cannon) che quando un animale veniva sottoposto a stress, la sua digestione si interrompeva, ovvero, cessavano le contrazioni peristaltiche dei muscoli gastrici (reazione di emergenza).

Il Sistema Nervoso Autonomo (S.N.A.) ha due componenti: il sistema simpatico ed il sistema parasimpatico, ognuno dei quali invia fibre nervose ai vari tessuti ed organi del corpo, regolandone il funzionamento in base alle richieste ambientali.

Il sistema simpatico prende il controllo in situazioni che richiedono la mobilitazione di energie.

L’attività nervosa simpatica aumentando la frequenza respiratoria (tachipnea) facilita la conversione di acido lattico in glucosio, innalzando la frequenza cardiaca (tachicardia) facilita l’apporto di energia ai muscoli, stimolando la liberazione di adrenalina da parte dei surreni aiuta il fegato a convertire glicogeno in glucosio e ridistribuisce il sangue nel corpo.

Quando il pericolo è cessato il sistema parasimpatico ristabilisce l’omeostasi o equilibrio.

Oltre che da questa via (asse simpatico-adrenergico), la risposta fisiologica allo stress da parte di un animale viene regolata anche da un’altra via, conosciuta come via regolata dall’asse ipofisi-surrene (ACTH-cortisolo).

A differenza della prima risposta (mediata dall’asse simpatico-adrenergico) che risulta molto rapida (via nervosa), questa seconda risposta (asse ACTH-cortisolo) è più lenta (ormonale).

Lo scopo della risposta allo stress attraverso queste vie è quello di aiutare l’organismo ad adattarsi.

Abbiamo visto minuziosamente, nei precedenti articoli (parte seconda), che difendere se stessi non è qualcosa che un animale fa eccezionalmente.

Grazie ai propri cervelli, gli animali adeguano il proprio corpo al comportamento più idoneo per fronteggiare potenziali minacce, anche se dovesse risultare impegnato in una normale attività quotidiana.

Quando, all’improvviso, si presenta una minaccia, il cervello velocemente predispone il corpo ad un’azione.

Infatti, ritardi ed errori potrebbero risultare molto costosi.

Allo stesso tempo, si è visto che quando l’evento stressante si prolunga nel tempo e si intensifica, si verificano conseguenze negative sul sistema immunitario.

Nella parte seconda e terza di quest’articolo ho più volte ricordato che, la funzione primaria dei circuiti di sopravvivenza è la difesa dell’organismo. Successivamente, nei cervelli complessi, questi circuiti andranno ad integrarsi con circuiti superiori (cortecce associative secondarie e terziare). Il risultato sarà quello di poter esercitare un controllo sulle risposte difensive. Inoltre , il possessore di quel cervello avrà l’abilità di poter riconoscere il suo “stato” in quel preciso momento (sentimento).

In tale ottica (biologica evolutiva), le emozioni, come i sentimenti, rappresentano un’alleanza cooperativa tra il corpo ed il cervello.

Vedremo nel prossimo articolo come, per le moderne neuroscienze, la mente cosciente emerge quando ad un processo neuronale elementare (sensazione) va ad aggiungersi un processo del sè (enterocezione e propriocezione).

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