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Il comportamento-problema: come le neuroscienze ci aiutano a capirlo (ultima parte).

 

PARTE SESTA: i comportamenti problema di Alessandra sono secondari ad una malattia mentale?

Nelle parti precedenti di quest’articolo abbiamo visto che, in organismi come il nostro, le quantità di ossigeno e di anidride carbonica, così come il pH, possono variare solo di poco. Lo stesso vale per la temperatura o per la concentrazione ematica di zuccheri, grassi e proteine. Ogni volta che questi parametri si discostano da uno stretto intervallo virtuoso, subentra l’agitazione e la modifica del nostro stato mentale. Questa “agitazione” ci segnala che le ferree leggi della regolazione della vita sono state violate.

Possiamo definirla come sollecitazioni provenienti dai territori dei processi non coscienti, sollecitazioni che ci chiedono di trovare soluzioni ragionevoli ad una situazione non più gestibile con i dispositivi automatici fuori dal controllo cosciente (S.N.A.).

In termini romantici, possiamo dire che nel corso dell’evoluzione, grazie alle cellule nervose, la volontà di vivere delle cellule del nostro corpo è stata tradotta in una volontà cosciente.

LE VOLONTA’ CELLULARI NASCOSTE FINISCONO PER ESSERE MIMATE DAI CIRCUITI NEURONALI.

Tornando ai comportamenti atipici di Alessandra, alla luce delle nuove conoscenze sul cervello umano e sulla sua organizzazione, possiamo sostenere che essi sono estremamente adattivi.

La loro genesi non dipende da un superato concetto di ritardo mentale o di deficit intellettivo.

La loro genesi dipende da una disorganizzazione di quei circuiti neuronali (neuro-sviluppo atipico) che presiedono ai comportamenti difensivi di sopravvivenza che, proprio in virtù della disorganizzazione, rilevano come minaccia uno stimolo ambientale (nel caso specifico uno stimolo sensoriale uditivo) che non viene rilevato come minaccioso in coloro che non hanno la disorganizzazione neurologica (neuro.sviluppo tipico).

Nella parte quarta di quest’articolo ho esortato il clinico a riappropriarsi dell’indagine.

Attraverso una buona anamnesi (a 16 mesi chiamata non risponde, non sviluppa il linguaggio, stereotipie visive e visione periferica) possiamo individuare in quale tratto del Sistema Nervoso, di quel lungo tragitto che l’informazione nervosa deve percorrere affinchè da uno stimolo si genera la specifica risposta, si è primariamente verificata la disorganizzazione.

L’abbaiare di un cane, così come il chiasso degli altri bimbi in una mensa scolastica e/o in una ludoteca, oppure il rumore di un centro commerciale, rappresentano una minaccia per i circuiti di sopravvivenza di Alessandra. Per questo motivo, inevitabilmente, alla vista del cane, si attivano le risposte innate di congelamento o di attacco o di fuga e si modificano i parametri fisiologici del corpo (sono interessate le strutture neuronali del Sè nucleare).

Con lo sviluppo ed il neuro-sviluppo, nel cervello di Alessandra, i circuiti disorganizzati del Sè nucleare (tronco cerebrale, talamo, cortecce sensoriali, strutture limbiche) si connetteranno e si sincronizzeranno con altri circuiti delle cortecce cerebrali, fornendo ad Alessandra le abilità di fare previsioni su quello che proverà e di anticipare le sue decisioni (Sè autobiografico).

Il tutto sarà condizionato dall’elaborazione iniziale (il direttore d’orchestra nel nostro cervello viene generato dalla performance e non viceversa).

Nel 2019 non possiamo diagnosticare i comportamenti di Alessandra come “comportamento-problema”.

Dalla mia prospettiva, il PROBLEMA è “chi non ha ancora capito questo”.

I comportamenti di Alessandra sono consequenziali ad una encefalopatia che ha modificato le connessioni neuronali in quelle aree del cervello umano deputato alla manipolazione e conoscenza del mondo, fin dai primi atti.

Conoscere non è un atto passivo.

Conoscere è il risultato di una relazione corpo/oggetto capace di modificare il corpo ed il cervello.

Se dovesse mancare l’oggetto , il corpo, o il cervello, non vi sarebbe conoscenza o coscienza.

Nel caso di Alessandra sono presenti tutti gli attori (cane, corpo, cervello).

Per questo motivo, Alessandra non può non avere una conoscenza o coscienza o mente.

Il cervello di Alessandra, per un’anomalia del suo neuro-sviluppo, si modifica (selezione esperienziale dei circuiti neuronali, EDELMAN) in una maniera anomala.

Il corpo di Alessandra risponderà in una maniera anomala (sia come risposta fisiologica che come azione o comportamento).

Il Sè autobiografico (circuiti neuronali) di Alessandra prenderà decisioni “anomali”.

Non è la mente di Alessandra bisognevole di cure (la mente è un processo e come tale non può essere trattata), sono i circuiti cerebrali di Alessandra ad averne bisogno.

Il compito del clinico è stabilire: DOVE, in questa circuiteria neuronale, bisogna lavorare attraverso il corpo di Alessandra (selezione esperienziale).

A prescindere dal risultato ottenuto è questa la condizione appagante per il clinico: aver condotto la propria professione all’interno dei principi delle neuroscienze: ogni comportamento, anche il più complesso, rappresenta il prodotto di una ben precisa attività neuronale e che, di conseguenza, ogni alterazione del comportamento, anche la più sottile, è dovuta ad una deviazione dell’attività dei neuroni che ad essa presiedono (E. Kandel).

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