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CON-TATTO

E’ abbondantemente riportato in letteratura che molti soggetti con disturbo dello spettro autistico, anche da adulti, apparentemente mostrano difficoltà nel gestire le emozioni (agitazione motoria quando sperimentano stati emotivi), nel comprendere i segnali che il loro corpo invia al loro cervello (riferire particolari dolori e la sede di questi dolori), nel tentare di nascondere i propri sentimenti all’altro oppure nell’intuire i sentimenti altui (quest’ultimo punto, per la mia esperienza clinica, rappresenta una vera leggenda metropolitana).

Le neuroscienze moderne stanno svelando i meccanismi biologici che sono alla base di queste osservazioni cliniche.

Lo stanno facendo puntando i riflettori su una particolare via di senso, del tutto trascurata dal cognitivismo tradizionale e superficialmente inclusa nel tatto,  l’INTEROCEZIONE.

Con il termine interocezione si vuole indicare la capacità di decodificare, dopo trasduzione di messaggi da parte di recettori periferici presenti all’interno del corpo, le SENSAZIONI che provengono dal proprio corpo.

In effetti, lo psicologo William James, già un secolo fa, aveva sviluppato una teoria secondo la quale la “PERCEZIONE” dei cambiamenti del nostro corpo rappresenta la fonte per la genesi delle nostre emozioni e dei comportamenti ad esse correlati.

Per James quando scappiamo alla vista di un orso che ci insegue non abbiamo paura perchè “PENSIAMO” che egli sta per farci male ma, perchè la nostra frequenza cardiaca è aumentata ed il nostro stomaco si è contratto. Allo stesso tempo, dopo un litigio la collera persiste fino a quando il cuore sarà tachicardico.

Come scritto sopra, a metà del secolo scorso e, dunque, dopo le ossevazioni di William James, il cognitivismo separò lo studio delle emozioni da quello del ragionamento, considerando ragione ed emozione funzioni psichiche differenti.

I cognitivisti ritennero che il cervello che pensa, conosce, ed analizza la realtà esterna alla persona, fosse fatto da moduli differenti da quello che tratta le sensazioni, le emozioni ed i sentimenti e, soprattutto, che le decisioni fossero prerogativa del ragionamento.

Nell’ultimo ventennio, le neuroscienze, ispirate dai principi della biologia evolutiva, hanno dimostrato che non ha alcun senso separare le emozioni dal ragionamento, poichè i circuiti neuronali, a livello corticale, interagiscono in maniera così intima da risultare inseparabili.

Pertanto, lo studio e la comprensione della circuiteria neuronale “emotiva” non può essere scisso da quello della circuiteria “decisionale” e, dunque, l’interocezione rappresenta un importantissimo tassello per poter comprendere la genesi delle nostre emozioni e dei nostri comportamenti.

Per questo motivo, il blog “autismo fuori dagli schemi”, da sempre ha dedicato particolari attenzioni a questo campo di studi ed alle nuove conoscenze rivelate dagli scanner cerebrali in recenti ricerche.

Negli ultimi anni, la metafora del cervello simile ad un atlante stradale pieno di “mappe” e/o “carte” che rappresentano i differenti aspetti del sè, interno ed esterno, si è sviluppata sempre di più.

L’esterocezione (percezione dell’esterno) genera delle mappe del mondo attorno a noi, della nostra pelle e del nostro apparato muscolo scheletrico, oltre che delle relazioni del nostro corpo con l’ambiente rappresentato, consentendoci di muoverci e di interagire con oggetti e persone. Esistono nel midollo spinale delle vie nervose che trasportano le informazioni esterocettive in entrambi i sensi: dal corpo verso le mappe sensoriali della corteccia cerebrale e dalle mappe motrici verso i muscoli scheletrici.

L’interocezione (percezione dell’interno del corpo)  genera dalle informazioni trasmesse alle mappe cerebrali da due fonti: l’interno del nostro corpo (cuore, polmoni, intestino, retto, laringe, vescica, ecc.) e da un insieme di recettori differenti, localizzati sulla superficie del corpo, dei denti, delle gengive, della lingua, della gola, che trasmettono informazioni relative allo stato “omeostatico”.

Dunque, tutte le viscere hanno recettori che, eccitati, trasducono informazioni in attività nervosa che verrà inviata alle mappe cerebrali ove genereranno le sensazioni interne di fame, di sete, di bisogno d’aria, ecc.

Da altri recettori interocettivi, invece, verranno inviati segnali nervosi alle mappe corticali capaci di regolare l’equilibrio interno del corpo o omeostasi (temperatura, dolore, pruriti, desiderio sessuale, ecc).

Anche queste informazioni interocettive, come quelle esterocettive, raggiungeranno le cortecce cerebrali percorrendo il midollo spinale.

Fino agli anni ottanta del secolo scorso le più importanti informazioni sul funzionamento del Sistema Nervoso Umano si sono ottenute grazie a studi sui sistemi nervosi di animali.

Questi studi ci hanno fatto conoscere che, nei vertebrati inferiori (rana) l’informazione sensoriale viene integrata in regioni primitive del cervello.

Nei mammiferi, invece, l’integrazione sensoriale diventa una faccenda corticale.

Infatti, con l’espansione della corteccia cerebrale, i mammiferi hanno potuto esplorare l’ambiente “attivando” simultaneamente più sensi (almeno uno esterocettivo con il propriocettivo) che, integrandosi a livello della certeccia cerebrale (la citoarchitettura della corteccia cerebrale è garanzia di integrazione) garantivano la genesi di rappresentazioni ed immagini esterne, oltre che di azioni.

Le nostre conoscenze in merito al TATTO, purtroppo, sono state rallentate dal fatto che, nei mammiferi, a differenza che nei primati, le informazioni interocettive con quelle esterocettive vengono integrate in aree sotto-corticali, oltre che in strutture nervose primitive (sede di integrazione per i vertebrati).

Pertanto, nei mammiferi, a differenza dei primati, l’informazione corporea omeostatica non forma mappe neuronali interocettive in un’area corticale chiamata insula.

Grazie a studi di neuroimmaging funzionale, invece, abbiamo appreso che nei primati, e soprattutto nell’uomo, molte regioni cerebrali (corteccia cingolare anteriore, insula) sono attivate dai segnali interocettivi, facendoci prendere coscienza delle sensazioni provenienti dal corpo.

Come per il linguaggio e per altre abilità (es. lettoscrittura), inoltre, anche per il riconoscimento della nostra interocezione svolge un ruolo importante la specializzazione emisferica.

Infatti, si è visto che l’insula destra è molto più attiva nelle persone che percepiscono il proprio battito cardiaco e, più si sente la propria frequenza cardiaca, più ci si mostra capaci di provare l’insieme delle emozioni e dei sentimenti umani.

Allo stesso tempo, si è visto che, se l’insula destra viene danneggiata (es. ischemia cerebrale) non si manifesta, nè si prova disgusto (osservando qualcuno che morde un cibo e lo risputa con aria disgustata, si sorride, si morde lo stesso cibo e lo si definisce buono).

Dunque, nell’uomo le informazioni provenienti dalla superficie del nostro corpo (pruriti, dolori, sensazione di bruciatura, solletico, caldo o freddo) e le sensazioni provenienti dall’interno del nostro corpo sono mappate nell’insula e non nella corteccia tattile primaria.

Dopo aver ricevuto queste informazioni (stato del corpo), nel cervello umano, ed unicamente in esso, si passa ad un ulteriore livello di integrazione: l’informazione che proviene dalle due insule viene inviata all’insula destra (tale informazione non accede alle aree del linguaggio) che diventa un importante centro di controllo dell’omeostasi o equilibrio interno.

Ancora una volta, le neuroscienze moderne ci fanno conoscere il nostro cervello in una maniera totalmente differente da come ci era stato presentato dal cognitivismo (cervello modulare).

Anche le regioni del nostro corpo (tatto) sono mappate in una moltitudine di aree cerebrali che devono integrarsi tra loro per garantirci la funzione.

Se qualcuno dovesse pizzicarci il braccio, la pressione ed il dolore devono poter essere rappresentate nelle mappe tattili primarie (corteccia parietale). Ma il dolore deve attivare anche l’insula, che utilizzerà questa informazione ai fini del controllo omeostatico (oltre che per la genesi del sentimento).

Ed ancora, per mantenere costante la temperatura corporea, il cervello deve ricevere informazioni sulla temperatura dell’aria a contatto con la pelle, ma anche sulla temperatura interna del corpo.

In precedenti articoli del blog abbiamo visto che l’insula destra è fortemente connessa con altre strutture corticali: l’amigdala, la corteccia cingolare anteriore e la corteccia orbito-frontale.

Tutte queste strutture, insieme alle vie che trasmettono l’informazione ed ai centri nervosi primitivi (strutture bulbari e sottocorticali), rappresentano il substrato neuronale o fisico (neurostato) della nostra intelligenza emotiva (psicostato).

In alcuni soggetti, ad es. disturbi dello spettro autistico, il processo di Organizzazione Neurologica ha subito un disordine nel corso del neurosviluppo, in altri (molte condizioni psichiatriche), dopo una “normale” Organizzazione Neurologica, si è verificata una “dissociazione” di specifiche aree cerebrali.

In entrambi i gruppi, il clinico non deve mai trascurare lo stato di salute di quel corpo.

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