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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 18

Nel cervello c’è soltanto ordine.

 

Abbiamo visto che per essere coscienti dobbiamo, innanzitutto, “sentire” il nostro corpo.

Abbiamo visto che le vie somato-sensitive portano informazioni dal nostro corpo al cervello, in un’area situata dietro alla scissura di Rolando. Davanti alla scissura di Rolando troviamo i corpi dei neuroni che porteranno l’informazione ai nostri muscoli (più precisamente ai neuroni situati  nel tronco cerebrale o nel midollo spinale che, a loro volta, attraverso i nervi periferici, si collegheranno ai muscoli) formando le vie motorie.

In altre aree delle nostre cortecce giungeranno le informazioni provenienti dal mondo esterno e trasdotte, sotto forma di energia nervosa (potenziali d’azione), dai recettori sensoriali.

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Queste informazioni giungono al cervello attraverso le vie sensitive.

Ho sottolineato l’importanza del fatto (per la diagnosi di sede) che le vie motorie e sensitive sono organizzate in modo topografico. Questo significa che aree motorie o sensitive adiacenti della superficie corporea veicolano le afferenze su fibre adiacenti lungo le vie della sostanza bianca (le autostrade fatte dai nervi che connettono periferia-centro, centro-centro, centro- periferia, in senso bidirezionale) e su regioni adiacenti della corteccia cerebrale.

Per esempio, nella corteccia motoria e somato-sensitiva primaria, le regioni che rappresentano la mano sono adiacenti a quelle che rappresentano il braccio e così via.

Allo stesso modo, aree adiacenti della retina sono mappate in modo retinotopico sulla corteccia visiva primaria, ed aree adiacenti della coclea, sensibili alle diverse frequenze, hanno una rappresentazione tonotopica sulla corteccia uditiva primaria.

E’ interessante anche sapere che la corteccia motoria primaria e la corteccia somato-sensitiva primaria processano informazioni motorie e sensitive provenienti dalla parte controlaterale del corpo.

Anche la corteccia visiva primaria riceve gli impulsi visivi dal campo visivo controlaterale.

Invece, le informazioni che raggiungono la corteccia uditiva primaria sono meno lateralizzate e contengono un misto di afferenze provenienti da entrambe le orecchie (per questo motivo quando esaminiamo la lateralità, è più importante conoscere quale occhio e quale mano, rispetto a quale orecchio, quel soggetto spontaneamente utilizza).

Questa particolare organizzazione somatotopica è il primo aspetto che (l’ho precisato alla fine dell’articolo che avete letto ieri) dobbiamo conoscere.

Abbiamo letto che c’era anche un altro importante aspetto da conoscere: la corteccia cerebrale, per la maggior parte della sua estensione (neocortex), nonostante svolge funzioni così differenti, è composta da sei strati (che piaccia o meno, che sia facile o difficile, chi non ha queste informazioni non potrà mai comprendere “COME” si diventa autistici, dunque, a NOI la scelta!).

Lo strato I contiene solo i prolungamenti dei neuroni (dendriti ed assoni).

Lo strato II e III contengono neuroni i cui assoni non escono dalla corteccia (ASSOCIATIVI).

Lo strato IV contiene neuroni che ricevono informazioni dal talamo (sensoriali)).

Lo strato V contiene corpi di neuroni che mandano assoni fuori dalla corteccia (motori).

Lo strato VI contiene neuroni che proiettando verso il talamo controllano l’intensità e la qualità delle informazioni che giungono alla corteccia (REGOLATORI DEL FLUSSO SENSORIALE E DELLA RISPOSTA MOTORIA O CIRCUITI DI FEEDBACK).

Mentre questa organizzazione è presente in quasi tutta la corteccia cerebrale, quello che cambia, in base alla principale funzione delle singole aree corticali, è lo spessore relativo dei vari strati.

Quindi, uno strato V molto spesso (neurostato) ci indica che quell’area svolge funzioni motorie (psicostato).

Allo stesso tempo, in una corteccia sensitiva primaria questo strato sarà sottile, mentre il IV strato sarà spesso.

La corteccia associativa ha un maggior spessore degli strati II e III.

Il blog “autismo fuori dagli schemi” lancia una sfida alla ricerca.

Come sono  lo strato II, III e, soprattutto, VI nei bambini con disturbo dello spettro autistico?

Questo perchè, come vedremo domani, il comportamento umano, nelle sue espressioni corticali (cioè superata la fase dei comportamenti riflessi delle primissime fasi della nostra vita), implica un delicato bilancio fra multiple vie parallele e riverberanti circuiti di feedback.

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