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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 19

Per apprendere, l’attività nervosa deve girare e rigirare tra gli stessi circuiti.

 

In precedenza ho ricordato che il sistema nervoso umano si sviluppa in segmenti, simili a quelli degli animali più semplici, che si sono originati da un foglietto di cellule ectodermiche ripiegatesi, nelle prime settimane dello sviluppo embrionale, a formare il tubo neurale.

Il cervello prenderà origine dal rigonfiamento più craniale di questo tubo neurale.

Io sostengo che, nelle strutture più centrali del tubo e dei suoi rigonfiamenti craniali si verificheranno le prime anomalie morfo/funzionali che daranno origine, a cascata, ad altri cambiamenti in quel S.N..

L’AUTISMO è l’espressione clinica di questi cambiamenti.

E’ questo il  motivo per il quale sto sostenendo con forza la necessità di conoscere bene questa parte del nostro corpo/cervello.

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Di sicuro, in questa parte del nostro sistema nervoso  troviamo la più importante via motoria: il tratto cortico-spinale.

Il tratto cortico-spinale inizia nella corteccia motoria primaria (ove si trovano i corpi dei neuroni che proiettano i loro assoni rivestiti di mielina fino al midollo spinale), incrocia a livello della giunzione fra il midollo allungato ed il midollo spinale, e raggiunge il secondo neurone di moto ( nuclei motori del tronco encefalico e parte anteriore del midollo spinale) che è collegato, attraverso il nervo periferico, al muscolo.

A loro volta, le informazioni sensitive del corpo (somato-sensitive) sono convogliate al sistema nervoso centrale attraverso vie parallele che veicolano differenti submodalità sensitive ( vibrazione, senso di posizione articolare, sensibilità tattile fine o capacità di descrivere le caratteristiche di un oggetto senza vederlo, temperatura, dolore, sensibilità tattile grossolana) che devono necessariamente essere valutate attraverso l’esame neurologico (anamnesi, obiettività). In effetti, nel midollo spinale troviamo due vie per la trasmissione delle afferenze somatiche: quella che parte posteriormente (propriocezione, vibrazione, tatto epicritico) e quella che parte antero-lateralmente (dolore, temperatura, tatto protopatico).

C’è una caratteristica della nostra struttura (anatomia) che bisogna conoscere se si vuole comprendere come siamo diventati abili nel fare le cose che facciamo.

Per rendere preciso o fine il controllo dei nostri movimenti, nel corso dell’evoluzione, si sono originati molteplici sistemi di feedback. Tra questi sono importantissimi: il cervelletto ed i gangli basali.

Se non cadiamo al suolo senza camminare a base allargata, se il tono dei nostri muscoli è tale da non rendere evidente il tremore, se siamo sufficientemente coordinarti, se ci muoviamo abbastanza veloce ma non necessariamente in velocità, lo dobbiamo al fatto che il cervelletto ed i gangli della base modulano la comunicazione tra l’area motoria primaria (primo neurone di moto), e altre aree motorie, con i neuroni motori periferici (secondo neurone di moto).

Il cervelletto ed i gangli della base possono modulare la nostra motricità perchè costantemente ricevono informazioni sia dal primo che dal secondo neurone di moto.

Inoltre, possono svolgere quest’importantissima funzione perchè, attraverso il TALAMO, queste informazioni vengono riproiettate alla corteccia (si genera così un grande e complesso circuito della motricità, la cui funzionalità è espressa dal movimento che compiamo).

Il talamo (dal greco “letto nuziale”) è fondamentale per la comprensione dell’autismo, poichè tutte le vie  sensoriali che arrivano alle nostre cortecce cerebrali contraggono prima sinapsi nel talamo (gli impulsi olfattivi costituiscono un’eccezione e non passano direttamente attraverso il talamo), rendendolo un’importantissima stazione di integrazione situata al centro del cervello.

I talami (uno per emisfero) sono strutture di sostanza grigia (neuroni) localizzate profondamente nella sostanza bianca cerebrale (assoni mielinizzati), subito al di sopra del tronco cerebrale e dietro i gangli della base. Il talamo è costituito da numerosi nuclei (popolazioni di neuroni con la stessa funzione) poichè, vista, udito, tatto, gusto, possiedono un’area nucleare specifica dove si realizzano le sinapsi che precedono la trasmissione delle informazioni alla corteccia (gli stimoli olfattivi, come già scritto, non passano per il talamo).

Nel talamo, come abbiamo visto, vi arrivano informazioni (attività nervosa) per essere processate provenienti dai vicini gangli della base, dal cervelletto, e da tutte le submodalità sensoriali (fa eccezione l’olfatto). Inoltre, vi giungono informazioni provenienti anche dalle strutture limbiche (le conosceremo tra poco) e da una particolare formazione del tronco cerebrale: la parte ascendente della sostanza reticolare.

La FORMAZIONE RETICOLARE (F.R.) è così chiamata perchè i molti nuclei (ricordo: aggregati di neuroni con funzione specifica) che la compongono, situati in tutto il tronco cerebrale, assumono un aspetto simile ad una rete.

In base alla direzione delle ramificazioni dei neuroni di questi nuclei distinguiamo la F.R. ascendente , i cui neuroni proiettano verso la corteccia cerebrale, e F.R. discendente, i cui neuroni proiettano verso il midollo spinale per regolare il tono muscolare. Questa regolazione del tono muscolare è in relazione al nostro stato di sonno/veglia, oltre che di attenzione. Queste due ultime funzioni vengono regolate dalla F.R. ascendente.

Non solo nell’ADHD, ma in tutte le patologie del neurosviluppo, se non vi fosse un coinvolgimento (primario o secondario) della formazione reticolare (F.R.) non potremmo rilevare i sintomi che osserviamo.

Prima di affrontare questa questione, devo ritornare per un attimo al talamo per ricordare che un’importante caratteristica dei circuiti talamici è la RECIPROCITA’ DELLE CONNESSIONI CORTICO-TALAMICHE.

Non riesco proprio ad immaginare come potrebbe generarsi, intorno ai 14-16 mesi di vita, un quadro clinico così bizzarro, come lo è l’autismo, senza il coinvolgimento di questi circuiti (afferenze talamiche e connessioni reciproche con la corteccia, tenendo ben presente che le proiezioni cortico-talamiche sono molto più numerose di quelle talamo-corticale).

Sapevate che il modo migliore (ad oggi) per studiare questi circuiti talamo-corteccia-talamo è l’elettroencefalogramma?

A domani.

 

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