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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 30

La verità ci renderà liberi.

Ieri abbiamo visto che grazie alla plasticità del sistema nervoso, ed in particolare grazie alla notevole plasticità delle cellule nervose della F.R., comprendiamo la capacità di “potenziare le connessioni sinaptiche COMPENSATORIE laddove vengano perse connessioni anatomiche di vie specifiche ascendenti e discendenti”.

Circa una decina di anni fa, nella città di Milano ove mi trovavo per lavoro, per circostanze fortuite, incontrai un gruppetto di persone e tra queste c’era il dottor Gianfranco Morciano.

All’epoca non conoscevo il dottor Morciano e nemmeno avevo familiarità con la sindrome di Tourette. Lui invece da qualche tempo manifestava un enorme interesse per i “sensorismi”, oltre che per il continuum tra le varie condizioni cliniche da neurosviluppo atipico, ed era (lo è tuttora) un esperto di Tourette.

Per questo motivo, poco dopo aver svolto il rito delle presentazioni, mentre le altre persone conversavano tra di loro, il dottor Morciano si avvicinò a me e mi disse: “sai Parisi era da tempo che desideravo incontrarti. Per molto tempo ho studiato Delacato, per questo motivo mi piacerebbe scambiare qualche idea con te. Mi occupo da anni di Tourette e penso di avere il tuo stesso problema” (si riferiva al fatto che ero interessato a conoscere meglio l’autismo).

Quale?

“Entrambi ci occupiamo di condizioni cliniche ove costantemente si corre il rischio di confondere i sintomi con le cause”.

Da anni non ascoltavo una riflessione così banale, ma anche così interessante.  Banale per tutti quelli che quotidianamente esercitano la professione medica, interessante per come, purtroppo, abbiamo svolto la professione psichiatrica.

Siccome mi stavo (e mi sto) occupando di una condizione ove l’approccio è stato (ed è tuttora) “mentale”, l’interesse superò la banalità.

Scusa Morciano, a cosa ti riferisci?

….” hai dei tic? Sono motori e vocali? Ok, è il pensiero del medico, allora potrebbe trattarsi di sindrome di Tourette. A questo punto però, anzichè cercare un riscontro oggettivo attaverso una serie di esami (sangue, urine, feci, e.e.g., RMN) il dottore invia ad un servizio specialistico, il quale di nuovo rilevando i tic (magari li misura anche) dice: si, è Tourette”.

Era così banale quello che mi raccontava.

Ma, era anche drammaticamente vero.

E, lo era anche per l’autismo.

Forse fu per questa ragione, forse per “pesare” il dottore che mi ero trovato di fronte che, nonostante non preferisco parlare di autismo al di fuori del mio ambulatorio clinico, feci un’altra domanda a Morciano.

Morciano, cosa pensi che ci sia alla base di queste “malattie”?

“Innanzitutto, come per l’autismo, anche per la Tourette va rivisto il concetto di malattia”.

“ Bisogna considerare che una lesione neurologica innesca sempre un PROCESSO COMPENSATIVO e questo con il tempo può divenire un fenomeno indipendente dalla lesione che lo ha originato”.

Era da quando non lavoravo più con Carl H. Delacato (il dottor Delacato, per motivi di salute, smise di lavorare nel novembre 1999) che non ascoltavo un’idea così interessante.

Non potevo dissipare quella fortuna, da quel giorno non ho mai smesso di “frequentare” il dottor Morciano e la sua famiglia.

Ma quest’ultimo aspetto non è importante in questo momento.

Per la mia ricerca, quello che è importante è che, con quel pensiero, il dottor Morciano aveva spiegato un concetto clinico che potrebbe trovare la sua genesi in quelle nozioni di anatomia e di fisiologia della F.R. che, facendo riferimento agli studi del professor Fornai e della professoressa Ferrucci, abbiamo visto abbondantemente ieri e nelle prime righe di oggi.

Se il danno neurologico (disordine, ovvero asincronizzazione tra aree cerebrali deputate alla stessa funzione ma evolutivamente differenti) dovesse interessare (nel caso dell’autismo) i circuiti neuronali che esercitano la naturale funzione di selezione delle informazioni in entrata (via sensoriale), grazie all’elevato grado di plasticità del sistema, in generale, e delle cellule nervose della F.R., nel particolare, la capacità di potenziare connessioni sinaptiche COMPENSATORIE laddove vengano perse connessioni anatomiche di vie specifiche ascendenti e discendenti non rappresenterebbe un’ipotesi, ma la realtà.

Questo significherebbe che gli amici che ci hanno accompagnato in questo mese (Carl H. Delacato e Tample Grandin), anche se da PROSPETTIVE differenti, avevano ragione a considerare i sintomi dell’autismo “comportamenti adattivi” ad una difficoltà primaria: CONOSCERE IL PROPRIO CORPO.

Agli inizi della prossima settimana, nel salutarci, vedremo che non sono giunto (nonostante i timori di qualcuno) a nessuna verità.

Questo, anche perchè, “la verità della scienza” non mi ha mai affascinato per cui non l’ho mai cercata.

Penso che la verità sia esclusivamente un concetto teologico, di sicuro in biologia nessuno conosce il concetto di verità.

In biologia quello che conta è la conoscenza e l’informazione.

Il dottor David F. Delacato (Philadelphia, U.S.A.) ha voluto inviare un suo pensiero scientifico, sull’argomento in questione, ed un sincero augurio di Buona Pasqua alle lettrici ed ai lettori del blog “ autismo fuori dagli schemi”.

Non ci resta che attendere domani per conoscere il suo pensiero.

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