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A che punto siamo?

Il blog “autismo fuori dagli schemi” vuole pubblicare la parte introduttiva della lezione del dottor Parisi Antonio del IV modulo del Master biennale Delacato  dal Titolo “La priorità dell’intervento psicomotorio nel trattamento delle patologie del neurosviluppo alla luce delle moderne neuroscienze.                              

Negli ultimi decenni l’approccio allo studio della percezione, della memoria e della coscienza (conoscenza), ha subito un radicale e veloce cambiamento.

Basta riflettere sul fatto che dal “penso dunque sono”, di matrice filosofica (Cartesio), si era passati al “sono dunque potrei pensare” di natura biologica (Damasio). Negli ultimi anni la psicologia dello sviluppo si è spinta ben oltre. Sulle basi della biologia evolutiva, ci ha offerto un nuovo elemento ricorsivo: “Io intendo che Tu sai che Io penso”. In altri termini, siamo concentrati sull’ “IO, dunque NOI” (Tomasello).

Non è un elemento teorico. E’un qualcosa che riguarda la nostra natura, per questo e’ un elemento prettamente biologico. Consapevoli anche del fatto che necessita di un lungo sviluppo (4/5 anni di vita).

 Pertanto, non dovrebbe essere difficile immaginare quante energie, le moderne neuroscienze, stanno investendo nel tentativo di comprendere sempre meglio i meccanismi biologici che regolano lo sviluppo di questa nostra “abilità mentale”, lo sviluppo del NOI.

L’ argomento dovrebbe diventare ancora più interessante se dovessimo pensare al nostro lavoro.

 Infatti, da qualche tempo, molti di noi hanno deciso di prendere in cura bambini che manifestano difficoltà nello sviluppo di queste abilità (relazioni).

Ci sarebbe anche un altro dato da non trascurare e che dovrebbe orientare i nostri studi. La psicologia dello sviluppo ci stà indicando che la relazione umana non è la causa della complessità dei nostri cervelli ma ne è la conseguenza.

E’ per tutto questo che non possiamo continuare a rimandare.

E’ per tutto questo che abbiamo intrapreso un cammino che ci ha fatto conoscere che le CELLULE NERVOSE hanno la “specialità” di generare potenziali d’azione che viaggiano lungo i loro assoni. Le CELLULE DELLA GLIA rendono più rapido questo viaggio fino al terminale assonico. A tale livello, grazie alla SINAPSI, l’informazione o potenziale d’azione, condiziona l’attività (generare potenziali d’azione) di un altro neurone. Si comprende come, grazie a queste sinapsi, si sviluppa un CIRCUITO NEURONALE tra la perferia sensoriale e quella motoria. Nei cervelli più complessi questi circuiti sensori-motori si INTEGRANO tra di loro, dando forma a circuiti sensori-motori molto complessi che generano le nostre percezioni, le memorie, le conoscenze o atti cognitivi.

C’è un altro dato importantissimo che abbiamo appreso nel nostro cammino. La costruzione di questi circuiti neuronali (le fondamenta di tutte le nostre abilità, dai semplici riflessi alle conoscenze esplicite) non poteva certamente essere lasciata al caso. Potevano esserci varie opportunità. Per decenni abbiamo pensato che all’interno del nostro DNA ci fosse anche l’informazione per lo sviluppo della nostra rete cerebrale (l’insieme dei circuiti sensori-motori). Poi abbiamo appreso (per dimostrazione scientifica) che solo la parte iniziale del processo di costruzione della rete è geneticamente determinato mentre la selezione esperienziale continua il lavoro di “sviluppo” (neurosviluppo).

Abbiamo anche appreso che tutto questo è reso possibile in quanto i nostri sensi modellano lo sviluppo della rete grazie al fatto che i nostri neuroni sono plastici ed alla nascita sono in numero maggiore di quanti entreranno a far parte dei circuiti sensori-motori (ridondanza del sistema).

Comprendiamo fino in fondo il radicale cambiamento al quale stiamo assistendo?

La percezione non è più una registrazione del mondo esterno (per vedere devo guardare). La percezione non è più un atto creativo del mio stato di essere umano (per vedere devo sviluppare un circuito grazie all’esperienza).

L’empirismo ed il creazionismo sono definitivamente seppelliti.

Le neuroscienze moderne ci hanno proposto un nuovo approccio allo studio della percezione e della cognizione: l’approccio sensori-motorio

Di fronte a tanta fortuna non potevamo restare indifferenti.

 Infatti, ci è venuto spontaneo chiedere COME differisce questo processo di sviluppo della rete nervosa (neurosviluppo) nei nostri piccoli pazienti rispetto ai loro coetanei “normotipici”.

Abbiamo appreso (precedenti lezioni, facendo riferimento agli ultimi lavori di Le Doux) che le reti nervose sono sistemi di integrazione sensori-motoria che svolgono tre compiti importantissimi: ricevono informazioni o messaggi dal corpo e dal mondo, selezionano ed integrano questi messaggi, generano comandi motori.

Sapevamo anche (Calissano) che la formazione della rete nervosa rappresenta un processo che si realizza attraveso differenti fasi: moltiplicazione dei neuroni, migrazione dei neuroni, selezione delle sinapsi con formazione del circuito sensori-motorio, integrazione dei circuiti sensori-motori.

In effetti, il contesto, sin dalle prime fasi della vita, contribuisce alla specializzazione delle cellule. Con il progredire dello sviluppo ontogenetico, il contesto, grazie a due proprietà biologiche del sistema nervoso (plasticità e ridondanza), è capace di liberare il neurosviluppo dalle rigide regole della genetica per affidarlo alle opportunità della vita (selezione esperienziale).

La selezione esperienziale si attua attraverso la fase di morte cellulare naturale, la fase della potatura sinaptica e la fase della stabilizzazione sinaptica. Grazie al nostro impegno ed ai nostri studi, abbiamo preso atto che è il contesto a regolare chi cellula sopravvive e chi si stabilizza. Abbiamo appreso che lo fa attraverso i fattori neurotrofici prodotti dalle sinapsi funzionanti (Rita Levi Montalcini).

E’ per tutto questo che le neuroscienze hanno affermato che siamo la nostra storia.

 In altri termini, percepiamo e ricordiamo solo ciò che facciamo (approccion sensori-motorio).

L’approccio sensori-motorio si basa sui seguenti vincoli biologici: 1) i sistemi sensoriali ricevono costantemente informazioni dall’ambiente attraverso i recettori disposti sulla superficie del corpo, 2) queste informazioni devono essere trasdotte in potenziali d’azione che percorrono circuiti neuronali continuamente rimodellati dall’attività nervosa, 3) queste informazioni viaggiano verso le cortecce ma anche verso il basso, per regolare il flusso di informazioni e la conseguente risposta motoria.

Come si può osservare, manca l’ipotetico centro cerebrale preposto all’elaborazione dell’informazione.

E’ questa la vera rivoluzione.

Non c’è nel nostro cervello un’area preposta all’elaborazione. Il significato è il frutto della storia (esperienza) dell’organismo.

Una storia scritta in ogni angolo di quel S.N.C.

Per questo è necessario “ordine” e “sviluppo”.

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