Prima della pausa estiva, “autismo fuori dagli schemi” aveva pubblicato alcuni articoli ove si evidenziava il radicale cambio di rotta nell’interpretazione dei segni e sintomi dei disturbi dello spettro autistico (finalmente in chiave biologica).
Infatti, si sottolineava quanto la ricerca clinica (Filippo Muratori) e la ricerca strumentale (Vittorio Gallese) hanno iniziato a sostenere: l’autismo in età evolutiva è una problematica della motricità.
Ad ulteriore sostegno di questa interessante lettura patogenetica, il blog “autismo fuori dagli schemi” vuole portare all’attenzione delle lettrici e dei lettori del blog un articolo pubblicato sulla rivista Mind di questo mese (n. 237) dal titolo “L’anticamera del pensiero” (pag. 86).
L’articolo sottolinea che “ tramite i sensi affluiscono in noi quantità infinite di informazioni. La capacità del cervello è insufficiente per elaborarle tutte, e quindi l’organo della mente deve stabilire costantemente delle priorità”. Si intuisce che “ una funzione essenziale del cervello è la capacità di farci concentrare sulle cose importanti e di disattivare gli aspetti irrilevanti”. In passato, anche recente, i ricercatori “ attribuivano questa funzione alla corteccia prefrontale”. Oggi, la “ricerca scientifica focalizza le attenzioni su un’altra struttura neurale: il talamo”.
“Il talamo ha la forma di un uovo di gallina disposto orizzontalmente, con i suoi 4 cm di lunghezza. Esso svolge un ruolo decisivo in quello che chiamiamo pensiero”. Infatti, il “talamo è suddiviso in numerose altre subunità, i nuclei talamici, ove ogni nucleo è responsabile di un senso specifico, uno per l’udito, uno per la vista, un altro per il tatto (fa eccezione l’olfatto i cui segnali elettrici raggiungono la corteccia cerebrale per il talamo)”.
In tempi recentissimi, le attenzioni dei ricercatori si sono concentrate su uno specifico nucleo talamico, il nucleo reticolare del talamo che è “un nucleo non specifico, infatti, esso accoglie segnali della corteccia cerebrale ed ha il compito di inibire altri nuclei del talamo” (filtro sensoriale necessario per la motricità!).
Per i ricercatori non vi sono dubbi, “la sincronizzazione delle varie aree della corteccia è una funzione fondamentale del talamo, per questo, non esiste funzione cognitiva dove non partecipi in qualche forma il talamo”. “Un ruolo centrale lo svolgono i cosiddetti loop o anelli, ossia i collegamenti che decorrono dalla corteccia cerebrale al talamo, e viceversa dal talamo alla corteccia”. Nessuno, allo stato, può mettere in discussione che “il talamo riduce la complessità delle informazioni, aiutando la corteccia prefrontale a formarsi una rappresentazione del mondo”.
L’articolo sottolinea, infine, che “quando tutto questo non funziona correttamente le conseguenze sono disturbi che conseguenzialmente sono stati etichettati psichici e che abbondano anche nei bambini diagnosticati autistici”.
Una conquista di conoscenza estremamente importante destinata a rendere la Teoria del cervello autistico sempre meno teoria.