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La fabbrica del cognitivo (parte seconda)

Una velocità di lettura, che rientra nella media dei lettori esperti, è di circa 250-300 parole al minuto. Indipendentemente dalla velocità, le parole lette attivano una specifica area cerebrale collocata nel solco occipito-temporale sinistro. Questo non significa che per leggere è sufficiente essere provvisti di un’area della lettura, nè che un’abilità cognitiva (lettura) sia specificata in una regione cerebrale.

Infatti, la lettura, abilità tipicamente umana, richiede il funzionamento di numerose aree cerebrali, la cui attività viene condivisa da altre abilità cognitive.

Ad esempio, mentre parliamo o leggiamo la concentrazione di ossigeno nel sangue aumenta in un gruppo di aree della corteccia cerebrale sinistra più che in altre aree corticali. All’interno di questo gruppo di aree cerebrali, l’unica area che si attiva quando leggiamo e non quando parliamo è quella del solco occipito-temporale sinistro.

Appare evidente che le nostre “abilità cognitive”, dalla nascita in poi, dovranno organizzarsi (fabbrica del cognitivo).

Un’attenta osservazione, come più volte ricordato negli articoli del blog, può informarci sul come procede il processo di Organizzazione Neurologica.

Immaginiamo un bambino di 5 anni che sta imparando a leggere e, per tale motivo, si “concentra” per decifrare la parola PALLA. Inoltre, supponiamo che tale parola sia in mezzo ad altre parole.

Quello che i cognitivisti non valutano è che, soltanto per vedere le parole, l’occhio deve compiere una manciata di movimenti orizzontali impercettibili entro un secondo di tempo (saccadi), al fine di far cadere “PALLA” esattamente sul punto della retina con il più alto grado di accuratezza visiva: la fovea.

Una volta che l’informazione visiva ha eccitato in modo corretto i recettori retinici, il nervo ottico la trasporterà alle regioni occipitali, ove il raggiungimento di  una corretta Organizzazione Neurologica garantirà una corretta “cognizione”(ASTRARRE dal simbolo PALLA il significato dell’oggetto, ricordando che attraverso la scioltezza, la comprensione e la decodifica fonologica valutiamo la capacità di lettura).

Per farlo, quel bambino deve “percepire” di avere cinque oggetti davanti a sè, le cinque lettere. Poi deve imporsi di osservarle necessariamente da sinistra a destra, e non nell’altro senso o in maniera disordinata. Inoltre, deve ricordarsi la pronuncia di ogni lettera.

Di certo, questo non rappresenta il modo in cui voi state leggendo quest’articolo. Infatti, il lettore esperto ha automatizzato il processo della lettura e, pertanto, davanti ai suoi occhi la parola PALLA non corrisponde più a cinque oggetti, ma ad uno solo, unico e compatto, riconoscibile con un semplice colpo d’occhio, impossibile da non leggere quando lo si guarda, ma sempre dipendente dalle saccadi (le abilità cognitive sono prigioniere del modo di funzionare delle periferie nervose).

A conferma di questo, si pensi che per un lettore neofita il tempo necessario per decifrare la parola CAMERA (sei lettere) è maggiore di PALLA, mentre per un lettore esperto il tempo impiegato non prescinde dal numero delle lettere. Dunque, imparare a leggere (atto cognitivo) comporta la percezione di un insieme di diverse lettere come un unico oggetto (ASTRAZIONE).

E’ il solco occipito-temporale sinistro (per i cognitivisti corrisponde all’area della lettura) che consente di generare tale ASTRAZIONE?  NO!

Ed allora quale modulo cerebrale è responsabile di tale abilità?   NESSUNO!

Mentre la discriminazione visiva (precedente articolo) è dovuta all’integrazione dei sottomoduli visivi, come quella somatica è dovuta all’integrazione delle aree corticali del tatto e così via per le altre sensazioni (udito, gusto, olfatto), per arrivare alla lettura (lo stesso per il linguaggio, la scrittura, e tutte quelle funzioni definite cognitive) è necessaria un’ integrazione tra aree di lobi corticali differenti.

Imparare a leggere richiede necessariamente un’interazione tra macrosistemi cerebrali. Infatti, richiede circa sette- otto anni di esperienze.

Per diventare lettore esperto (abilità cognitiva) è necessaria una “buona” Organizzazione Neurologica, oltre che delle stazioni sottocorticali, di tutte le cortecce sensori-motorie (parte posteriore del cervello) e di quelle anteriori (memorie di lavoro). Nella parte posteriore del cervello (circuiti occipito-temporali e circuiti occipito-parietali) vi è una divisione del lavoro tra circuiti che analizzano le caratteristiche che specificano gli oggetti (sistema del cosa) e circuiti che elaborano la disposizione degli elementi nello spazio (sistema del dove).

Riconoscere un oggetto unico rientra nell’ambito del cosa, mentre localizzare con precisione cinque lettere, le une in rapporto alle altre, chiama in gioco il sistema del dove.

Pertanto, la lettura smette di essere un’abilità visiva, poichè la via del COSA necessita di informazioni uditive, mentre quella del DOVE di informazioni tattili (propriocettive).

Le nostre abilità cognitive (capacità di ASTRAZIONE) richiedono un’ ORGANIZZAZIONE NEUROLOGICA, frutto della selezione evolutiva, molto più complessa del “modulo cognitivo”geneticamente ereditato, proposto dai cognitivisti.

Tale complessità ridicolizza l’idea che una proposta terapeutica possa rappresentare il trattamento di scelta per tutte le condizioni cliniche (es. per tutti gli autistici o per tutti i dislessici, ecc.), così come mortifica la proposta che un pò di tutto possa fare meglio.

Nel 2017, utilizzare un approccio neuroscientifico per le anomalie del neurosviluppo non significa sbarazzarsi di tutto ciò che è psicologico (l’approccio cognitivista resta un approccio psicologico in quanto concentrato sul sintomo, quale comportamento anomalo o difficoltà di lettura, ecc., e non sulle cause), ma significa osservare e comprendere i “quadri psichici”(psicostati) con concetti di anatomia e fisiologia (neurostati), ovvero rendere le nostre attività psichiche più disponibili ad una valutazione con le tecniche usate per le scienze biologiche.

Infine, da non trascurare che, il compito naturale di un neurologo resta quello di identificare un sintomo, determinare quale regione del Sistema Nervoso è coinvolta primariamente , se possibile determinare la causa ed il trattamento.

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