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LE BASI NEUROBIOLOGICHE DEL SE’

                                                                  

Le moderne neuroscienze, come abbiamo letto nell’ultimo articolo, ci mostrano che percepiamo il mondo non per come è ma per come è utile per noi.

Ma chi percepisce?

Chi è l’omino dentro ognuno di noi che ci informa su cosa ci sta capitando e, soprattutto, sul come stiamo “vivendo” ciò che stiamo facendo?

In altri termini: qual è la “cosa” che fa il percepire?

Nel suo libro, Come il cervello crea la coscienza, il neuroscienziato Anil Seth non ha dubbi: il sé non è altro che una percezione.

Dal senso di identità personale (essere il dottor Parisi, come essere il padre dei miei figli), alle esperienze di avere un corpo e d...

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UNA TARTARUGA E’ MENO COSCIENTE DI UN CUCCIOLO D’UOMO?

    

Un bambino piccolo è meno cosciente di un adulto?

 Un autistico è meno cosciente di entrambi?

 Questa linea di pensiero, come ci ricorda il neuroscenziato Anil Seth nel suo libro : Come il cervello crea la nostra coscienza, Raffaello Cortina Editore 2023, è figlia “dell’eccezionalismo umano”, che da millenni ha indotto a pensare che qualsiasi forma di coscienza o di intelligenza diversa da quella di un adulto umano sano sia in qualche modo inferiore.

 Come è possibile non concordare con l’autore sul fatto che questo nostro centralismo ha rappresentato un vero flagello per la biologia?

Senza dimenticare che, in un passato anche recentissimo, l’essere coscienti veniva confuso con l’avere linguaggio, l’essere intelligenti o l’esibire un comportamento di ...

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Egregio dott. Parisi…


….nel prepararmi a formularle i tradizionali auguri per le prossime festività, mi è accaduto di leggere qualcosa che desidero riferirle.

In un articolo della rivista MIND di questo mese, il Prof. Alberto Oliverio cita il  noto gioco per bambini “Simone dice” come possibile espediente per incrementare i processi inibitori del nostro cervello e quindi, di conseguenza, favorire lo sviluppo della  socializzazione nei bambini distratti. Questa competente osservazione mi ha fatto tornare con i ricordi al 1976 quando il dottor Carl Delacato propose tale “gioco”, adeguatamente dosato in tempi, condizioni e modalità di svolgimento, come momento della terapia neuro-riabilitativa per mia figlia con diagnosi di autismo grave.

In seguito, conobbi il prof. Oliverio in occasione di...

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SIMONE DICE…………..”TOCCA LA PALLA”

                                     

Non è eccezionale, per chi “vive” o lavora con bambini di età tra i 5 e i 10 anni, osservare che alcuni di loro manifestano difficoltà nel “mantenere l’attenzione sullo stimolo” o concentrazione, oltre che una eccessiva sensibilità agli stimoli nuovi.

 Per i cognitivisti questi bambini manifestano tali “caratteristiche comportamentali” in quanto affetti da A.D.H.D. e, presumibilmente, da un deficit funzionale della corteccia prefrontale.

 Questa spiegazione, da tempo, lascia insoddisfatti una vasta schiera di tecnici e ricercatori in quanto non giustifica il dato che anche in altri quadri clinici del neurosviluppo (ad esempio disturbi dello spettro autistico, Sindrome di Gill de La Tour...

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RIFLESSIONI ED ESPERIENZE SUL COSIDETTO “ DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO”

(atti del gruppo di incontro)

La clinica da tempo ci indica che in età pre-adolescenziale, in alcuni bambini, possono insorgere “disturbi del movimento” caratterizzati da tic motori (piccoli movimenti senza motivo apparente) e fonatori involontari. Talvolta i tic possono essere più complessi.

 Per convenzione, la medicina ha stabilito che di fronte ad un quadro clinico ove la sintomatologia ticcosa è manifesta più volte al giorno e non è secondaria all’assunzione di sostanze e/o ad altra patologia medica diagnosticata lo specialista è chiamato a fare diagnosi di Sindrome di Gill de La Tourette.

I tecnici del settore attribuiscono questo quadro clinico ad una ipotetica moltitudine di cause (eziologia multifattoriale), alcune “strettamente genetiche”, altre epigene...

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PERCHE’ IL CALCIATORE FA UN GROSSO RESPIRO PRIMA DI CALCIARE IL RIGORE?

Ogni giorno inspiriamo ed espiriamo circa 20.000 volte.

 Abbiamo tutti fatto esperienza che questi atti sono per la maggior parte stabili ed affidabili ed allo stesso tempo estremamente flessibili. Infatti, il ritmo del nostro respiro si adatta alle condizioni mutevoli, come quando ridiamo, mangiamo, parliamo, oppure in seguito ad intense emozioni. Allo stesso tempo, quando compiamo uno sforzo o ci concentriamo sul nostro respiro, attivando la muscolatura addominale, possiamo accelerare o rallentare il ritmo.

Tutto questo, lo sappiamo bene, dipende dal fatto che il diaframma (una cupola costituita da muscoli e tendini) si contrae ad ogni inspirazione e, spostandosi verso il basso, favorisce la dilatazione della gabbia toracica, agevolando l’ingresso dell’aria respirata...

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IL NOSTRO CERVELLO NON E’ SOLO UN SISTEMA COGNITIVO

Negli ultimi anni i progressi di conoscenza nel campo delle neuroscienze stanno radicalmente rovesciando la prospettiva dalla quale eravamo abituati a guardare il nostro cervello.

 Infatti, sempre più ricerche mostrano che il cervello, storicamente considerato la sede della memoria e delle emozioni, potrebbe dedicare molta meno energia a queste funzioni di ordine superiore rispetto a quella che impegna per monitorare gli organi, la fisiologia e il metabolismo del corpo così da mantenere l’omeostasi.

E’ quello che emerge da un interessante studio pubblicato su Mind numero 238 (ottobre 2024) dal titolo: L’asse cervello-corpo controlla l’immunità.

Partendo da uno studio del 2020 e pubblicato su Nature, il professor Zuker, docente di biochimica e neuroscienze presso la...

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QUANDO L’ARTE CI AIUTA A CONOSCERE MEGLIO ANCHE L’AUTISMO

                          

Da qualche decennio i tecnici del settore, all’unanimità, concordano nel considerare l’autismo in età evolutiva un disordine del neurosviluppo ovvero concordano nel considerare i segni e i sintomi la conseguenza di uno sviluppo “disordinato della rete neurale” del cucciolo d’uomo.

 C’è un altro aspetto che, da qualche tempo, è stato evidenziato e che di recente trova sempre più consenso: i soggetti con autismo evolutivo manifestano problematiche sensoriali.

Chi ha esperienza con i bambini con disturbo dello spettro autistico conosce bene che molti comportamenti “tipici” di questi bambini (ruotare oggetti, rimarcare i contorni, oscillare le mani o un laccio davanti agli occhi, giocare con l’acqua che scorre, g...

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RISOLVERE IL DUALISMO MENTE-CORPO CI AIUTA A CONOSCERE MEGLIO L’AUTISMO.

        

Sin dall’antichità gli esseri umani hanno concepito il proprio corpo e la propria mente come sfere di esistenza separate: il corpo è fisico, fonte di malesseri e di dolori, la mente è “mentale” (percepisce, ricorda, pensa, crede, immagina).

Oggi le neuroscienze ci presentano un’altra lettura: l’aspetto mentale di chi siamo è immerso in quella porzione del corpo conosciuta come cervello e che, pertanto, fa parte del nostro corpo.

 In altri termini, nella comunità delle neuroscienze è sempre più chiaro il concetto che, come la nostra mente dipende dal nostro cervello, così il nostro cervello, facendo parte del nostro corpo, dipende dalle funzioni vitali di altre componenti del corpo.

 Si può dire, senza la vita corporea non vi è funzione cereb...

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AUTISMO, SEMPRE MENO SCONOSCIUTO

                                                 

Prima della pausa estiva, “autismo fuori dagli schemi” aveva pubblicato alcuni articoli ove si evidenziava il radicale cambio di rotta nell’interpretazione dei segni e sintomi dei disturbi dello spettro autistico (finalmente in chiave biologica).

 Infatti, si sottolineava quanto la ricerca clinica (Filippo Muratori) e la ricerca strumentale (Vittorio Gallese) hanno iniziato a sostenere: l’autismo in età evolutiva è una problematica della motricità.

Ad ulteriore sostegno di questa interessante lettura patogenetica, il blog “autismo fuori dagli schemi” vuole portare all’attenzione delle lettrici e dei lettori del blog un articolo pubblicato sulla rivista Mind di questo mes...

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