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Le convinzioni sono dure a morire, anche quelle scientifiche

L’uomo si è autoconvinto di essere l’animale più cognitivo del pianeta, eppure non ha acquisito grande consapevolezza del lungo processo di formazione della sua cognizione. Il cervello umano non è, alla nascita, una tabula rasa, infatti, già nella vita prenatale si realizza un intenso processo di Organizzazione neurologica o di “apprendimento”, grazie, sia ai primi stimoli sensoriali che giungono al feto, che ai suoi movimenti. Inoltre, sin dalle prime fasi, quel sistema nervoso sarà “bombardato” da stimoli provenienti “dall’interno”; l’interocezione condizionerà il futuro sviluppo della mente. Si può affermare che, attraverso un lento processo ontogenetico, la mente di un bambino raggiunge elevati livelli cognitivi, ampliando sempre più le sue competenze astrattive, grazie alle quali si svincola dal presente (percezione). Negli ultimi anni le neuroscienze hanno fatto chiarezza sul fatto che, le capacità astrattive o cognitive di un bambino, non si sviluppano in un modo autonomo, ne in una specifica area cerebrale, ma risultano essere conseguenziali allo sviluppo sensori-motorio del cucciolo d’uomo. Anche se le convinzioni sono dure a morire, per la comunità scientifica sensazione e movimento dovrebbero rappresentare il punto di partenza di tutte le funzioni “mentali”.

Se il lettore avesse ancora qualche dubbio, a tal proposito, potrebbe provare ad immaginare un suono o un odore completamente nuovo, che non sia collegato a qualcosa che già conosce. E’ impossibile. Eppure, ogni giorno incontriamo suoni o odori, e in tal modo abbiamo esperienze completamente nuove. Solo attraverso questo “tesoro” fornitoci dal mondo esterno può svilupparsi una mente concepiente. Ma la vera ricchezza va oltre il “tesoro”, essa è rappresentata dall’intima connessione tra corporietà e inputs sensoriali.

Il movimento del corpo modifica l’input uditivo cambiando l’ampiezza del suono che impatta sulle orecchie e, in corso di rotazione della testa, modifica il ritardo relativo tra i segnali in arrivo nelle due orecchie. Allo stesso tempo, gli esseri umani ricorrono all’annusare ed ai movimenti del corpo e della testa per monitorare odori che penetrano dentro le narici e “cognitivizzare” gli input olfattivi. La stessa dipendenza tra  movimento corporeo e input sensoriale si applica alla visione.

Nessuna malattia “mentale” può essere realmente compresa se non dovessimo “conoscere” su quali fondamenta si sviluppa la mente umana.

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