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Come alcune sostanze ambientali possono provocare anomalie dello sviluppo neurologico

Per l’organizzazione sanitaria mondiale quando, nel corso del secondo-terzo anno di vita, un bambino manifesta una comunicazione verbale alterata, ridotte interazioni sociali, per non dire assenti, oltre che gesti ripetitivi, va posta diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Allo stesso tempo, per  tale organizzazione, il disturbo non è più attribuibile ad una genesi dinamica, bensì ad un danno neurologico, anche se non sempre evidenziabile con gli attuali strumenti di indagine diagnostica. Quello per cui, tale organizzazione, non sembra mostrare interesse è sulle cause del danno neurologico, se non per una semplicistica indicazione genetica, dimenticando che, un aumento rapido, quasi esponenziale dei casi, non può essere imputabile unicamente a mutazioni genetiche.

Rigettando, l’altrettanta semplicistica considerazione, che interpreta l’aumento dei casi di autismo quale una conseguenza del miglioramento dei criteri diagnostici, va considerato l’impegno di un gruppo sempre più numeroso di ricercatori, molti di nazionalità francese, che stanno studiando come molte sostanze presenti nell’ambiente possano avere effetti negativi sul cervello umano, il cui sviluppo comincia in un’epoca precocissima della gestazione (quinta settimana) e si prolunga per tutta la vita.

Da un pò di tempo siamo a conoscenza che il nostro organismo è soggetto alle pressioni ambientali. Infatti, sappiamo che pesticidi, piombo, mercurio, materie plastiche, prodotti chimici di sintesi, possono interferire con le molecole del nostro organismo, alterandone struttura e funzione. Quello che di recente sembra emergere è che il sistema nervoso centrale e periferico non fa eccezione. Inoltre, sta emergendo la conoscenza del come queste molecole “perturbatrici” alterino lo sviluppo del cervello, favorendo l’autismo.

Le neuroscienze hanno appurato che, durante lo sviluppo cerebrale, gli ormoni tiroidei svolgono funzioni importantissime, tanto da essere considerati attori essenziali nello sviluppo del sistema nervoso. Essi, infatti, controllano le prime fasi della moltiplicazione delle cellule capostipite dei futuri neuroni e delle future cellule della sostanza bianca, oltre che la loro successiva maturazione e la migrazione in specifiche aree del S.N.C.. Inoltre, gli ormoni della tiroide svolgono un ruolo importante anche nel condizionare, sia il processo di mielinizzazione ,che la struttura del futuro connettoma. Gli ormoni tiroidei possono svolgere queste funzioni poichè, raggiunto il cervello attraverso la barriera emato-encefalica, penetrano nelle cellule nervose per fissarsi a specifici recettori nucleari. Da questo legame prenderà vita una cascata di reazioni chimiche capaci di determinare le funzioni menzionate (maturazione delle cellule nervose, mielinizzazione, formazione dei circuiti neuronali), oltre che di controllare l’equilibrio metabolico. Per tale motivo, durante la gravidanza va controllata la funzione tiroidea della mamma, poichè ipo ed ipertiroidismo possono alterare lo sviluppo neurologico del feto.

Allo stesso tempo, è utile ricordare che gli uomini di scienza, non solo hanno il compito di svelare i segreti di una delle strutture più complesse ed affascinanti generate dall’evoluzione, ovvero il cervello umano, ma anche quello di proteggerlo monitorando quelle sostanze ambientali capaci di alterarne lo sviluppo.

Infatti, si è visto che alcune molecole hanno proprietà  ormono-mimetiche (perturbatori endocrini).

Queste sostanze, qualora dovessero circolare nel sangue della donna gravida e raggiungere il feto, mostrando somiglianza con gli ormoni della tiroide, possono fissarsi sui recettori per gli ormoni in loro vece, senza però provocare quegli effetti fondamentali per lo sviluppo neuronale e, dunque, provocare un’alterazione della struttura cerebrale, con conseguente quadro clinico di disordine dello sviluppo neurologico.

Non voglio sembrare petulante, ma l’autismo non può essere affrontato con protocolli, bensì con studio e ricerca.

1 commento a Come alcune sostanze ambientali possono provocare anomalie dello sviluppo neurologico

  • Luisa Pucci

    Salve Prof. Parisi, per me questo articolo è particolarmente interessante, anche gli altri ovviamente…
    E’ possibile avere qualche informazione in più riguardo gli studi che correlano gli ormoni della tiroide alla mielinizzazione?
    Grazie

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