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La straordinaria capacità del sistema motorio

I bambini con disturbo dello spettro autistico sono noti, anche ai non addetti ai lavori, per le loro difficoltà comunicative, per le stereotipie e per la difficoltà nello stabilire la relazione con l’altro.

Oggi, la ricerca scientifica ha dimostrato che queste “anomalie cliniche” sono consequenziali ad “un’anomalia del neurosviluppo”.

Pertanto, i bambini  con disturbo dello spettro autistico manipolano e conoscono il mondo in maniera differente da quei soggetti che non presentano un’anomalia del neurosviluppo.

Prima ancora di conoscere il mondo esterno a noi, il cervello deve imparare a conoscere ed interagire con il corpo che lo possiede (propriocezione).

Le difficoltà nel “GUARDARE”, nel “MANIPOLARE”, nelle “POSTURE”, nel “GIOCARE CON L’ALTRO”, nel “PARLARE”, nelle “AUTONOMIE GESTAZIONALI”, per fare qualche esempio, sono tutte secondarie ad “anomalie” della propriocezione secondarie a neurosviluppo atipico.

Per tale motivo propongo, alle lettrici e lettori del blog, un breve passo del libro di Kandel: La mente alterata (2018).

 

“ Il sistema motorio controlla più di 650 muscoli, dando vita ad un immenso repertorio di azioni possibili, dal grattamento riflesso dovuto ad un prurito alle piroette di un ballerino, dallo starnutire al camminare su una corda tesa. Alcune di queste azioni sono innate, il che significa che la nostra capacità di realizzarle è cablata nel nostro S.N.C.. Così, per esempio, siamo programmati per camminare nella stazione eretta. Ma molte azioni sono apprese, e richidono migliaia di ore di pratica.

Coordinare tutti questi muscoli è una sfida enorme, ma il sistema motorio esegue la maggior parte dei movimenti senza alcun comando cosciente. Non pensiamo a come correre, saltare o raggiungere un oggetto, lo facciamo e basta.

In che modo il cervello avvia e coordina una così complessa serie di azioni?

Circa cento anni fa il fisiologo inglese Charles Sherrington si rese conto che mentre i nostri sensi sfruttano molte vie per far arrivare le informazioni al cervello, in uscita c’è solo una via (via finale comune). Il cervello riceve una costante raffica di informazioni sensoriali e da esse genera un movimento coordinato.

Comprendere il movimento, per Sherrington, rappresentava la strada per capire come funziona il cervello e come questo dia origine alle nostre abilità.

Sherrington scoprì che ciascuno dei neuroni motori del midollo spinale invia segnali ad uno o più dei 650 muscoli del corpo. Inoltre, si rese conto che, oltre ad avviare i movimenti e ad eseguirli, il cervello aveva bisogno di un FEEDBACK sulle prestazioni del corpo.

Quel muscolo ha fatto il movimento desiderato?

Quanto velocemente?

Quanto accuratamente?

Il cervello ha una classe di neuroni che riportano il movimento di ogni muscolo, noti come NEURONI DI FEEDBACK SENSORIALE. A differenza dei neuroni sensoriali non trasmettono al cervello informazioni sul mondo esterno ai nostri organi di senso. Essi fanno, invece, parte del sistema motorio, e il cervello usa le loro informazioni per generare il nostro senso interno del corpo e la posizione relativa dei nostri arti nello spazio, un senso noto come PROPRIOCEZIONE.

Senza propriocezione, non saremmo in grado di toccare una zona del nostro corpo ad occhi chiusi o fare un passo senza guardare i nostri piedi.

Per studiare l’azione coordinata del sistema motorio, Sherrington si rivolse al circuito motorio più semplice: il riflesso.

I movimenti riflessi sono controllati da un percorso che collega i neuroni di feedback del muscolo direttamente ai motoneuroni spinali, senza coinvolgere il cervello.

Sperimentando i riflessi nei gatti, Sherrington scoprì che i neuroni motori ricevono e rispondono selettivamente ad uno di due segnali molto diversi tra loro: segnali eccitatori e segnali inibitori.

I segnali eccitatori innescano l’azione dei neuroni motori (ad esempio avviano l’estensione di un braccio), i segnali inibitori dicono ai neuroni motori che controllano il movimento opposto (flettere il braccio) di rilassarsi (inibiscono).

Pertanto, anche un semplice riflesso del ginocchio richiede due comandi simultanei ed opposti: i muscoli che estendono il ginocchio devono essere eccitati, mentre i muscoli opposti che flettono il ginocchio devono essere inibiti.

Questa sorprendente scoperta portò Sherrington a formulare un principio che può essere applicato non solo ai riflessi, ma anche alla logica organizzativa del cervello nel suo complesso.

IN TERMINI GENERALI, IL COMPITO DI OGNI CIRCUITO DEL SISTEMA NERVOSO E’ QUELLO DI SOMMARE TUTTE LE INFORMAZIONI ECCITATORIE ED INIBITORIE CHE RICEVE E DETERMINARE SE MANDARE AVANTI O MENO TALI INFORMAZIONI (principio dell’azione integrativa del sistema nervoso.”

 

Voglio ricordare che questo principio di fisiologia del sistema nervoso ci permette di interpretare la patogenesi di molti sintomi e segni dei disturbi dello spettro autistico e, inoltre, getta le basi per la terapia dei disturbi dello spettro autistico. Infatti, nessuna proposta neuroabilitativa può prescindere da tale principio, se non vogliamo inventarci protocolli terapeutici.

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