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Chi ancora non l’ha capito?

Nell’ultimo numero di ” MIND, mente & cervello” Marzo 2020, nella sua rubrica “Storie della Mente” il professor Alberto Oliverio, docente di Psicobiologia alla Sapienza Università di Roma, scrive che NEL CORSO DEL SUO SVILUPPO IL CERVELLO HA BISOGNO DI FARE ESPERIENZE TATTILI E MOTORIE.

Ne è talmente convinto da sconsigliare fortemente l’esperienza della realtà virtuale che, secondo il professore, “ è fatta prevalentemente di immagini bidimensionali, oltre che di passività invece che di esperienze attive sensoriali e motorie in spazi a tre dimensioni su realtà e materiali diversi, viventi e non, soffici e duri, caldi e freddi”.

Ed aggiunge: la mente infantile è concreta, basata sull’interazione diretta, su una serie di tentativi, a volte anche infruttuosi, promossi dal bambino e non prefigurati dal programma, su tempi lenti anzichè rapidi.

Non vi sono più dubbi, le neuroscienze, come ripetutamente ricordato negli articoli del blog “autismo fuori dagli schemi”, hanno dimostrato che le abilità superiori, tipicamente umane, quali il linguaggio ed il pensiero complesso (cognizione) vengono progressivamente costruite (organizzate) nel corso del neurosviluppo.

Le fondamenta su cui si organizza la cognizione umana sono biologiche (biocognitivismo).

Infatti, all’interno dell’articolo, il professor Oliverio precisa che, NEL CORSO DELLA CRESCITA (neurosviluppo) IL CERVELLO HA LA NECESSITA’ DI FARE ESPERIENZE TATTILI E MOTORIE (non è mai superfluo aggiungere: stare sul pavimento e non in girelli, passeggini o box) PERCHE’ SI SVILUPPINO QUELLE AREE SENSORIMOTORIE CHE RAPPRESENTANO IL PUNTO DI PARTENZA PER LA MATURAZIONE DELLE AREE SUPERIORI.

Ancora, il professor Oliverio aggiunge che, “ogni qual volta un cucciolo d’uomo, anche nelle fasi più precoci della sua vita, agisce, cioè compie un movimento, significa che stabilisce una mappa della realtà attraverso coordinate che dipendono da una serie di parametri sensoriali e spaziali che sono gestite da diverse strutture cerebrali (aggiungo: strutture sottocorticali e strutture corticali posteriori).

In altri termini, ogni qualvolta un cucciolo d’uomo porta alla propria bocca un oggetto, che sia un cucchiaino o un giocattolo, ha fatto sempre un’ipotesi sulle conseguenze desiderate da quel movimento che ne regola l’esecuzione.

E’ così che un cucciolo d’uomo imparerà a padroneggiare i propri movimenti.

Il blog “autismo fuori dagli schemi” si chiede: quando la neuropsichiatria infantile ed i tecnici della riabilitazione in età evolutiva prenderanno atto che tutto questo vale anche per i bambini con neurosviluppo atipico?

Bambini con autismi non sono cuccioli d’uomo provenienti da un altro pianeta.

Bambini con autismi rispondono alle stesse leggi biologiche di tutti gli altri bambini perchè sono biologicamente identici.

Se una noxa patogena ha modificato il significato che quel cervello attribuisce, alla posizione di un proprio arto, a dove sono posizionati i propri occhi o le proprie orecchie, ad un rumore nello spazio o ad un particolare visivo, ad un gusto o ad un odore, tutto questo non significa che potrà organizzare la sua cognizione “lavorando a tavolino”, prescindendo dal suo sviluppo sensorimotorio.

Dare spazio a queste conoscenze scientifiche nell’ambito di chi “tradizionalmente” si prende cura dei bambini con autismi è, a mio avviso, molto importante.

E’ attraverso una corretta esperienza sensorimotoria, nel corso della nostra ontogenesi (come ci fa comprendere Michael Tomasello nel suo ultimo libro: DIVENTARE UMANI), che “impariamo” dapprima ad essere individui e, successivamente, a distinguere tra il soggettivo e l’oggettivo, cioè sulla capacità di comprendere che NOI DUE stiamo condividendo l’attenzione proprio sulla stessa cosa, ma al contempo ciascuno di NOI ha una SUA prospettiva su di essa.

Per chi non l’avesse ancora capito, è questo lo psicostato dei bambini con autismi.

Per chi non l’avesse ancora capito, è nell’atipicità di sviluppo dei circuiti neuronali che mappano la MIA prospettiva che troviamo il neurostato degli autismi.

Per chi non l’avesse ancora capito, è attraverso un programma neuroabilitativo sensorimotorio che si può ricablare un cervello in età evolutiva con tali atipicità.

Ovviamente, senza sottovalutare lo stato di salute di quel bambino.

1 commento a Chi ancora non l’ha capito?

  • Monica Maxia

    Condivido Dott. Parisi ma il mio ragazzo da piccolo non voleva stare per terra e tanto meno nel box, l’utilizzo del girello e’ stata una necessita’ per riposare le braccia stanche. Se avessi saputo allora quello che so adesso avrei insistito tenacemente.

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