Uncategorized

IL SENSO DEL CORPO


Fin dalla nascita, la psicologia dello sviluppo ha studiato le varie tappe di sviluppo del bambino cercando di stabilire quando sorride,  in quale epoca si alza da solo, quando pronuncia le prime paroline, quando esprime, con un no, la sua prima protesta; prendendo atto delle difficoltà di dividere lo sviluppo di un cucciolo d’uomo in periodi distinti. Infatti, una delle principali caratteristiche dello sviluppo è che non è lineare e non segue una pendenza costante verso l’alto, del tipo “oggi un pò più di ieri ed un pò meno di domani”.

 Quello su cui oggi c’è la massima condivisione tra i tecnici del settore, è che lo sviluppo di un cucciolo d’uomo va di pari passo con lo sviluppo del suo cervello (neurosviluppo). La formazione delle cellule nervose e quella delle connessioni o sinapsi inizia già durante la vita intrauterina. Questo processo di neurogenesi e sinaptogenesi svolge un ruolo importante, per regolare gli apprendimenti di tutta la vita, specie fino all’età di sette anni, includendo due distinte fasi organizzative. Per questo motivo, già dieci anni fà, l’UNICEF propose di distinguere i “primi 1000 giorni di vita”, intesi dal concepimento al secondo compleanno, dai “primi tremila giorni di vita”, epoca in cui (7 anni, ovvero ingresso nelle scuole elementari) termina la fase educativa ed inizia quella pedagogica o formativa o della ragione, ed il bambino non ragiona più come un bebè ma si riconosce membro di un gruppo.

Negli ultimi vent’ anni, grazie all’impegno dei ricercatori del settore, abbiamo compreso sempre meglio che, in queste fasi, il cervello subisce trasformazioni particolarmente profonde e rapide. La capacità del cervello di generare nuovi neuroni e di modellare i suoi circuiti in risposta all’attività sensori-motoria (plasticità neuronale) del cucciolo d’uomo è oggi compresa come mai era stato possibile, anche in un passato molto recente. Inoltre, mai in passato abbiamo potuto godere di un’altra preziosa conoscenza: l’epigenetica regola attivamente il neurosviluppo.

Mentre la genetica studia i geni e le funzioni ad essi associate, l’epigenetica si occupa dei meccanismi con cui l’ambiente o gli stimoli interni modificano l’espressione di questi geni in modo reversibile ma trasmissibile nel corso delle divisioni cellulari, senza modificare il DNA.

Anche da un’altra prospettiva (biologica e clinica) lo studio del neurosviluppo ha fatto notevoli progressi negli ultimi tempi. Infatti, dall’osservazione sappiamo che all’inizio un bambino afferra un oggetto con un movimento quasi casuale, prima di aggiustare il gesto ed avere una presa fine tra il pollice e l’indice. Questa progressione quasi lineare segue di pari passo lo sviluppo delle abilità percettive (meno lineare) che era iniziato durante la vita fetale, esplodendo dalla nascita in avanti. Il tatto precede l’olfatto ed il gusto, che precedono l’udito. L’ultimo senso ad iniziare lo sviluppo, nel feto umano, è la vista (poche settimane prima della nascita). Questo sviluppo, dalla nascita in poi, è regolato da esperienze multisensoriali. Grazie a questi stimoli, il cucciolo d’uomo inizia a sviluppare una rappresentazione del suo corpo (senso del corpo) differenziato dagli altri, distinguendo le informazioni enterocettive, nocicettive e propriocettive, da quelle che provengono dall’ambiente (esterocettive). La psicologia dello sviluppo ha individuato nei 18 mesi di vita (valore statistico) del cucciolo d’uomo il momento in cui emerge il “senso del corpo”. Non dovrebbe essere un caso se, in quest’epoca, alcuni bebè chiamati non si girano, non fissano lo sguardo, non cominciano a richiamare l’attenzione altrui con gesti o lanciando parole.

Un ultimissimo aspetto, molto interessante, è che la psicologia dello sviluppo ha definitivamente chiarito che il nostro cervello dispone di due sistemi di apprendimento, che iniziano ad operare in tempi separati. Nei primi diciotto mesi di vita i cuccioli d’uomo apprendono in modalità implicita. Il secondo sistema di apprendimento, il sistema esplicito, richiede lo sviluppo degli ippocampi e della corteccia prefrontale e, per questo, si svilupperà in epoca successiva. Questo a testimonianza che il cucciolo d’uomo necessita di costante ripetizione di stimolo per automatizzare gli apprendimenti. Successivamente, alcune cose, le apprende “a tavolino”.

Le scienze abilitative non possono trascurare questo principio biologico!  

Lascia un commento

Commento
Nome*
Email*
Sito web*