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IL RUOLO DELLA MEMORIA NEL CORPO

                                                  

Nell’ultimo articolo ho fatto riferimento ad un concetto che, nei prossimi mesi, troverà sempre più spazio nel mondo delle neuroscienze: “la memoria nel corpo”.

Ho pensato di trattarlo perché, come tutte le conquiste di conoscenze in ambito delle neuroscienze, risulterà utile per tutte quelle persone che intendono prendersi cura di cuccioli d’uomo che hanno ricevuto diagnosi di “disordine del neurosviluppo”.

Come abbiamo potuto leggere, la memoria del corpo abbraccia tutte le esperienze corporee (piacevoli o spiacevoli) che abbiamo archiviato in forma di ricordi e che non possono non influenzare il nostro comportamento.

Non provoco sorpresa in alcuno dicendo ...

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Considerazioni di un genitore

Egr. Dottor Parisi,

chiedo scusa se ancora una volta mi inserisco nel suo Blog, ma il suo breve articolo sulla “memoria del corpo”, mi ha coinvolto in maniera considerevole e lei può facilmente immaginarne il perché. Ora, come genitore con l’unica qualifica di essere anziano e di essermi costantemente impegnato a cercare soluzioni per il disturbo di mia figlia, a conclusione della lettura, mi son dovuto porre un paio di domande, che ora rivolgo a lei.

Lei ha potuto osservare che Nenna si è immobilizzata alla vista del cane ed io mi chiedo e le chiedo: quale persona affetta d’autismo ha la capacità di un simile comportamento? La mia esperienza mi suggerisce che alla vista di qualcosa di minaccioso la reazione più scontata sarebbe stata, come minimo, quella di lanciare i...

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COSA CI INSEGNA IL CORPO DI NENNA

                                                                  

Nenna è una signora nata a Napoli nel 1967. All’età di tre anni, per i suoi comportamenti stereotipati, per il ritardo dello sviluppo della comunicazione, per le palesi difficoltà relazionali, fu diagnosticata “affetta da autismo evolutivo”.

 I suoi genitori intrapresero, su consiglio di specialisti, un percorso di psicoanalisi mentre la piccola Nenna fu affidata alle “cure” di logopediste e psicomotricisti.

 Quando Nenna aveva 9 anni il quadro clinico si mostrava molto compromesso, al punto di consigliare ai genitori di soprassedere ad ogni progetto inclusivo e di puntare ad una “istituzionalizzazione” progressiva del caso (trattamen...

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