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El nino autista

Chi segue il blog sin dai primi articoli sa che, dopo la fase iniziale, di formazione, avrei dato voce ai lettori. Per tale motivo, nell’ultimo articolo pubblicato, avete letto “la storia di Diego”, una storia vera, inviatami dalla sua mamma in occasione di un nostro imminente incontro. Anche oggi il contributo proposto è scritto da una lettrice.

In occasione del Master sulla Metodologia Delacato, la dottoressa IRENE dEL OLMO, medico e specialista in medicina d’urgenza nella città di Madrid, in qualità di iscritta al Master, ha presentato ai docenti del corso una personale recensione del libro “ALLA SCOPERTA DEL BAMBINO AUTISTICO”, pubblicato da Carl H. Delacato nel 1974,  Di questo lavoro vi presento i punti salienti.

“Il libro di Carl Delacato The Ultimate Stranger- The Autistic Chil...

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La storia di Diego…la motricità plasma la mente che modula il comportamento

Diego è nato nel Settembre del ’96, con parto spontaneo e con un anticipo di quattro settimane sulla data stabilita. Alla nascita pesava 2.270Kg. La mamma intorno al settimo mese di gravidanza iniziò a stare male, motivo per il quale poco dopo partorì in maniera precipitosa. Poco dopo la nascita la comparsa di episodi critici di natura epilettica e le difficoltà motorie, specie all’emilato sinistro, condizionarono la sua storia ricca di indagini neurostrumentali, assunzione di anti-epilettici, riabilitazione motoria. La diagnosi fu quella di ritardo motorio da cerebropatia perinatale.

Per la medicina Diego aveva riportato un danno motorio, prevalente all’emilato sinistro, ed una forma di epilessia farmaco-resistente consequenziale ad un danno cerebrale in epoca precoce dello sviluppo.

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Un nuovo libro…

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Grazie all’impegno dell’Associazione La Mano Tesa di Macerata il blog è stato pubblicato.

Chiunque fosse interessato al libro può farne richiesta tramite messaggio sulla pagina facebook del blog “Autismo fuori dagli schemi”.

A domani per il nuovo articolo “La storia di Diego: la motricità plasma la mente che modula il comportamento”

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AUTISMO: Una nuova era,,,,,..Costruiamo la speranza

Non appartengo nè alla schiera di persone che nella vita si sono sempre definite ottimiste, nè a quella dei pessimisti. Penso che una moltitudine di fattori, molti dei quali del tutto imprevedibili e non valutabili, possono, nel corso della nostra storia, farci “provare” un’ eccessiva esaltazione o una preoccupazione per ciò che deve accadere, ovvero per il futuro, sia immediato che remoto.

Anche per quanto riguarda l’autismo, pur consapevole che non bisogna mai farsi rubare la speranza, non appartengo al gruppo degli ottimisti ingenui. Resto della convinzione, anche sbagliando, che la speranza vada costruita.

In tale ottica, con immenso piacere, ho accettato l’invito rivoltomi dall’Associazione La Mano Tesa a prendere parte, tra tre giorni, al convegno che si terrà presso Abbad...

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“Questi fantasmi”, biologia del significato.

Nella giornata di ieri, domenica 28 maggio, ho raccolto la delusione, la rabbia, forse la sofferenza per la disinformazione, di un genitore di un soggetto con autismo di fronte alla pubblicazione prodotta da un altro genitore di persona con autismo, secondo il quale il dramma dell’autismo è che non si è mai vista una soluzione che possa essere un modello replicabile. Inoltre, scriveva che, i soggetti con autismo sono destinati dalla nascita a essere dei fantasmi.

Per il blog il punto controverso è la natura della questione.

In effetti ci troviamo di fronte a due quesiti...

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Nell’autismo le terapie sensori-motorie devono iniziare precocemente

Una ricerca canadese dell’Autism Research Centre svolta su 300 famiglie mostra come, i genitori dei bimbi per i quali poi a tre anni veniva formulata la diagnosi di autismo, già a 12 mesi di vita, presentavano maggiori preoccupazioni rispetto ad altri genitori, sempre di bambini a rischio, che in seguito non sviluppano il disturbo autistico. Questo studio mette in luce quanto possa essere importante ascoltare i genitori e prendere in più seria considerazione le loro preoccupazioni.

Quando nel 1992, conobbi la famiglia Delacato ed iniziai a collaborare con loro, gran parte delle famiglie, che chiedeva di iniziare a trattare i loro figli affetti da autismo con la Metodologia Delacato, aveva bambini con età compresa tra i 6 ed i 12 anni...

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Per i bambini con autismo le “cure a tavolino” non vanno bene

Uno dei maggiori limiti, da parte della neuropsichiatria infantile, verso la comprensione delle patologie del neurosviluppo, è stato quello di parlare del comportamento dei bambini come se il fattore età avesse una scarsa rilevanza. In effetti, come per offrire ad un cervello in età evolutiva tutte le opportunità di sviluppo è necessario conoscere COME e QUANDO si organizza, e quali sono i passi salienti delle sue trasformazioni, così, quando ci occupiamo di anomalie comportamentali in età evolutiva, è necessario conoscere precisamente QUANDO i genitori hanno rilevato le prime manifestazioni cliniche, al fine di comprendere DOVE e COME quel Sistema Nervoso ha manifestato una disorganizzazione...

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Il ruolo dei “giardinieri del cervello” nell’autismo

Nella nostra tradizione siamo abituati a credere che il cervello lavori a compartimenti stagni, con aree specifiche per le sensazioni più grezze (luce, buio, liscio, ruvido,caldo,freddo,ecc.), altre per le percezioni, altre per il pensiero astratto ed altre specifiche per i movimenti. Ma si tratta di una grossolana semplificazione. In effetti, le funzioni cerebrali sono molto più complesse ed interconnesse. Inoltre, dagli studi recentissimi delle neuroscienze appare sempre più evidente il legame tra attività sensori-motoria e cognitività (biocognitivismo). Tutto ciò che udiamo, vediamo, tocchiamo, odoriamo, gustiamo (tutte abilità che richiedono movimento) non attiva solo le corteccie cerebrali sensoriali ma tutto il cervello...

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Autismo: “Una luce oltre il tunnel”

Nel 1870 nacque nelle Marche (Chiaravalle) Maria Montessori, medico (una delle primissime donne nel nostro paese), psichiatra e, soprattutto, educatrice. L’ostilità da parte dei colleghi verso un medico donna e, in particolar modo, lo spirito di servizio verso i deboli (bambini cerebrolesi) la condussero a vivere intimamente con “i ritardati”. Questo le permise di osservare come le esperienze dirette fossero capaci di “formare” la mente del bambino (erano anni in cui si conosceva pochissimo sulla biologia del sistema nervoso). Per la Montessori, già un secolo fa, era ovvio che il cervello avesse bisogno di fare esperienze tattili e motorie affinchè si sviluppassero le aree del linguaggio e del pensiero astratto.

Potremmo dire che, un secolo fa, la “mente infantile” appariva già CONCRETA...

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