La nuova concezione proposta, ovvero l’approccio biocognitivo, considera il vedere, il sentire, il gustare, non dissimile dal “toccare”. Ad esempio, percepire al tatto una pipa o una palla consiste nell’usare la mano come strumento per esplorare l’oggetto, ovvero la pipa o la palla. Così come quando, strizzando una spugna facciamo esperienza della sensazione di morbidezza. Quest’ultima è intimamente connessa alla particolare interazione verificatasi con la spugna. Allo stesso tempo, l’esperienza visiva non è qualcosa “creata” dal nostro cervello (cognitivismo classico), ma consiste nell’essere coinvolti in un’ interazione visivo-esplorativa con l’ambiente...
Una nuova era per i disturbi dello spettro autistico
Il blog ha compiuto sette mesi, durante i quali sono stati presentati 105 articoli, al fine di favorire la comprensione dei disturbi dello spettro autistico. Tutti gli articoli sono coerenti con la formazione dell’autore (biologica evolutiva). Quest’ultima è figlia di recenti conoscenze scientifiche che, da qualche decennio a questa parte, hanno radicalmente modificato il modo di inquadrare la malattia mentale. Infatti, siamo ben consapevoli di come un eccesso di dopamina possa generare un “disturbo psichico”, mentre una carenza di dopamina produce un “disturbo motorio”. Per stare in “buona salute” è necessario preservare l’equilibrio. Quando questo è compromesso il cervello non funziona più in maniera normale...